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Dirt Rally - recensione

Essere soprannominati "Bugmasters" non dev'essere una bella cosa, soprattutto se si tratta di una reputazione guadagnata a pieno titolo dopo anni di politiche commerciali discutibili, di cui F1 2015 è l'ultimo esponente.



Complice un modello di business da almeno due uscite all'anno, era chiaro che i Codies avevano deciso d'intraprendere la strada della quantità rispetto alla qualità, con risultati sotto gli occhi di tutti: giochi messi in vendita privi di un consistente betatesting e dati in pasto alle ire degli appassionati previo esborso di un prezzo pieno.



L'arrivo su Steam di Dirt Rally ci ha sorpreso. Il primo motivo è stato la pubblicazione del gioco in modalità Early Access, che per la modica cifra di 29 euro ha permesso agli appassionati di portarsi a casa un titolo non completo in termini di contenuti ma perfettamente giocabile, stabile e privo della vagonata di bug dei suoi più blasonati (e licenziati) predecessori.

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9 dicembre 2015 alle 11:10