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Steamworld Heist - recensione

Devo ammetterlo, ho amato alla follia l'imperfetta semplicità videoludica di Steamworld Dig. La prima fatica "robotica" dei ragazzi svedesi della Image & Form Games è entrata nella mia vita grazie ad un acquisto in saldo e il suo stile mi ha colpito subito. Non so perché ma mi ha ricordato molto da vicino la freschezza dei titoli Oddworld Inhabitants, con un pizzico di Metroidvania che non guasta mai. Fatto sta che l'ho giocato per ore senza stancarmi, nonostante una ripetitività di fondo evidenziata in quasi tutte le recensioni dell'epoca.



Dagli stessi sviluppatori arriva ora SteamWorld Heist, il cui titolo potrebbe far pensare a qualcosa di simile a Thief o GTA. Così non è, non nel senso più esplicito almeno. Il gioco condivide con il suo predecessore i protagonisti robotici e li proietta in uno spazio senza frontiere, ricco di opportunità.



Il gameplay potrebbe essere definito come un cocktail riuscito tra un'avventura, uno strategico a turni e una simulazione di biliardo. No, aspettate... cosa c'entra il biliardo? C'entra, in un certo senso vi assicuro che c'entra, ma andiamo con ordine.

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9 dicembre 2015 alle 16:10