Assassin's Creed Chronicles: Russia – Recensione
La lore di Assassin's Creed è così ampia che è facile perdersi al suo interno. Chi ama la saga di Ubisoft, tuttavia, non può proprio lasciarsi sfuggire i fumetti dedicati a Nikolai Orelov, Assassino vissuto in Russia a cavallo tra ‘800 e ‘900. Ed è proprio sulle sue vicende che si concentra Assassin's Creed Chronicles: Russia. Il fatto che Orelov sia un personaggio tormentato, diventato Assassino controvoglia per seguire le orme del padre, rende sicuramente più interessante l'incipit e lo svolgimento. Orelov vuole infatti abbandonare la sua vita da Assassino, ma per farlo deve compiere un'ultima missione: recuperare un artefatto di inestimabile valore della famiglia reale russa, caduto nelle mani dei rivoluzionari bolscevichi. Il conflitto interiore di Orelov dona al gioco una profondità che i precedenti capitoli non erano in grado di offrire. E, come al solito, Assassin's Creed gioca gustosamente con la Storia: Orelov entrerà infatti in contatto con Anastasia, la famosa principessa secondo alcuni sopravvissuta allo sterminio della famiglia, e sarà con lei che fuggirà attraverso la Russia.
MADRE RUSSIA
Non è solo a livello narrativo, tuttavia, che si distingue Chronicles: Russia. Come nei precedenti spin-off, anche Assassin's Creed Chronicles: Russia si presenta come un platform 2.5D, che mantiene il classico gameplay basato sul parkour della serie, semplificandolo. Anche il sistema di controllo è rimasto sostanzialmente invariato, e si dimostra non perfetto ma efficiente. Degno di nota lo stile grafico impiegato, che tramite un uso sapiente dei grigi e del rosso ricrea il clima della Russia rivoluzionaria, ispirandosi ai manifesti della propaganda e ottenendo un effetto di grande impatto. Se c'è qualcosa che proprio non si può criticare negativamente della miniserie Chronicles, quello è la direzione artistica. Passando al gameplay, dove la nuova produzione ha osato di più è nella costruzione delle dinamiche stealth. Se nei precedenti episodi di Chronicles, infatti, era sufficiente nascondersi dietro degli elementi dello scenario, in Russia il giocatore sarà invece chiamato a ragionare, e ogni livello si presenterà come una sorta di rompicapo, dove bisognerà calcolare la migliore strada per proseguire indisturbati. È interessante anche il modo in cui i diversi nemici sono connessi con l'ambiente, il che vi mette a disposizione un ventaglio di opportunità strategiche davvero ampie. Facendo squillare il telefono, per esempio, potrete distrarre una guardia che si trova in un'altra. La sensazione generale è che il gameplay sia molto più variegato rispetto a quello dei precedenti Chronicles, e la quantità di situazioni diverse renderà la prosecuzione sempre interessante. Aiuta molto in questo senso la presenza di tanti ambienti diversi, ognuno con le sue peculiarità da sfruttare. Uno dei momenti chiave del gioco è ambientato a bordo di un treno in movimento (che sarà anche al centro della trama stessa, così come lo era nel fumetto). In questo frangente, potrete per esempio prendere un nemico e disfarvene in tutta tranquillità, semplicemente scaraventandolo fuori dal finestrino. Varietà, dicevamo. Chi già lo conosce, sa bene che Orelov è anche un provetto cecchino, e questa sua abilità è stata implementata all'interno dello stesso gameplay. In alcuni momenti del gioco, infatti, abbandoneremo la prospettiva 2.5D e imbracceremo un fucile da precisione, con lo scopo di colpire i nemici prima che si rendano conto della nostra presenza o di quella dei nostri alleati. C'è da dire che in questi frangenti il gioco si dimostra piuttosto clemente, ma è un diversivo simpatico che contribuisce a spezzare ulteriormente la monotonia del gameplay. Anche in questo caso, a brillare veramente è la profondità tattica del minigioco, che vi impedirà di sparare indiscriminatamente ai vostri nemici. Far fuori un avversario troppo vicino ai suoi compagni, infatti, potrebbe attirare l'attenzione di quest'ultimi, rendendo la sfida ancora più impegnativa.
Decisamente dimenticabili, per non dire irritanti, sono invece le sporadiche sessioni a tempo, suddivise in due categorie. La prima è sostanzialmente un “runner”, e vedrà Orelov costretto a superare decine di ostacoli mentre il tempo scorre inesorabile; questi passaggi sono ad alto rischio di frustrazione, dal momento che è richiesta una precisione al centimetro per evitare gli ostacoli. La seconda categoria invece è interamente basata sullo stealth, ma non ha la freschezza di quelle viste nei livelli regolari. Al contrario, in questi frangenti vi troverete a dover calcolare pazientemente i vari pattern di movimento dei nemici, un gameplay davvero esile e reso inutilmente più ostico dal fattore tempo.
Assassin's Creed Chronicles: Russia è senza dubbio il miglior episodio di questa miniserie
Dove Assassin's Creed Chronicles: Russia tende a recuperare il modello dei giochi precedenti, senza sostanziali innovazioni, è nel sistema di combattimento. Come già accadeva in India, combattere a viso scoperto è un comportamento che viene deprecato. Mentre, agendo in stealth, riceverete un punteggio più alto in tre categorie, rispettivamente assegnate a chi preferisce stordire piuttosto che uccidere, a chi uccide e a chi invece non si fa neanche vedere dai nemici. Il punteggio è importante, perché costituisce anche la valuta del gioco, con cui potrete acquistare per esempio una quantità maggiore di salute. Fatevi scoprire una volta, quindi, e sprecherete dei preziosi punti con cui avreste potuto acquistare i potenziamenti. Il gioco è quindi una vera pacchia per i “completisti” che cercheranno di affrontare il gioco senza farsi mai scoprire nemmeno una volta. Fortunatamente, potete anche soltanto godervi il flusso del gioco: gli upgrade sono sì utili, ma mai assolutamente necessari. Assassin's Creed Chronicles: Russia è senza dubbio il miglior episodio di questa miniserie. Non si tratta di una rivoluzione rispetto ai precedenti capitoli, ma un gameplay più strategico, unito a una sceneggiatura più interessante (sostenuta in gran parte dal personaggio di Orelov), rendono Chronicles un degno finale per questa parentesi di Assassin's Creed. Tutt'altro che perfetto, ma assolutamente consigliato a chi vuole aggiungere un ultimo, avvincente tassello al mosaico della saga.
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