Firewatch - recensione
Sono in molti ad avere grandi aspettative per questo 2016. Con titoli del calibro di Dark Souls III, Uncharted 4, Quantum Break, Final Fantasy XV e molti altri in uscita nei prossimi mesi, è comprensibile avere la salivazione alle stelle. Quanti di voi però si sarebbero aspettati un inizio anno del genere? The Witness, XCOM 2, That Dragon - Cancer e Oxenfree hanno conquistato ottimi favori sia dalla stampa che dal pubblico, e la qualità media di buona parte dei titoli commercializzati nelle ultime settimane è comunque sopra la sufficienza.
Con l'inizio di febbraio sono in arrivo una nuova ondata di giochi molto promettenti, tra cui Firewatch, il primo progetto sviluppato dal team californiano Campo Santo. Firewatch è un'avventura in prima persona avente come protagonista Henry, un uomo che fugge dalla realtà della propria situazione sentimentale, precipitata dopo una serie di fatti che evitiamo saggiamente di raccontarvi per non rovinarvi troppo la storia.
Henry decide così di prendersi una pausa e ritirarsi durante l'estate del 1989 tra la natura del Wyoming. E no, non stiamo parlando di rilassarsi all'interno di qualche baita o passare intere giornate a pescare, bensì di diventare una guardia forestale per tre mesi. Delilah, il suo boss, lo supporterà da un'altra torre di guardia con una radio portatile, uno dei pochi oggetti trasportabili nel nostro zaino.
