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Arslan: The Warriors of Legend – Recensione

Arslan: The Warriors of Legend, visto da un occhio disattento, parrebbe essere solo l'ennesimo titolo musou incentrato sui tradizionali massacri di massa, all'interno di scenari pieni di avversari da eliminare pestando selvaggiamente le dita sul joypad. In realtà, l'ultima produzione Koei Tecmo nasconde un lato artistico che solo chi conosce ed apprezza Hiromu Arakawa potrà cogliere. Questo perché Arakawa è nientemeno che l'autrice dietro Fullmetal Alchemist, la serie manga e anime divenuta col tempo una vera e propria saga di culto, la quale racconta le vicende di Edward Elric, il cosiddetto Alchimista d'Acciaio, e di suo fratello Alphonse, costretto a passare la sua esistenza all'interno di un'armatura privato della sua forma corporea. Arslan Senki, in Italia noto con il nome de La Leggenda di Arslan, non ha però legami con l'Alchimista, proponendosi semplicemente come l'ultima opera di Hiromu ispirata a sua volta a una serie di romanzi scritti da Yoshiki Tanaka, in verità non troppo noti alle masse, specie in Italia. Basandosi proprio sugli OAV e sul manga originale, Arslan: The Warriors of Legend promette di farci vivere le scorribande del principe omonimo in un'avventura d'azione all'arma bianca in cui la parola d'ordine è una ed una soltanto: massacro.



UN PRINCIPE CONTRO TUTTI
L'opera originale narra le avventure del giovane Principe Arslan, erede al trono della terra di Pars, perennemente coinvolto in intrighi di corte e battaglie all'ultimo sangue per mantenere alto lo stendardo della sua famiglia, contro la nazione della Lusitania. Una tradizionale storia cappa e spada in chiave manga, quindi, che il nuovo titolo Koei Tecmo non pare voler minimamente trattare o approfondire, essendo la trama che fa da sfondo ad Arslan: The Warriors of Legend assolutamente complementare, risultando di fatto l'elemento meno incisivo dell'intera produzione, come del resto avviene sempre in ogni musou che si rispetti. Non molto diversa la situazione nel momento in cui decideremo di premere il tasto start e dare il via all'avventura principale: circa venti personaggi giocabili (presi da ambedue le fazioni), ondate infinite di soldati dotati di un'intelligenza artificiale che troppo brillante non è, ed una miriade di combinazioni di colpi, quasi tutte fondate sul button smashing incondizionato e costante (sempre e solo basate sul variare colpi leggeri a quelli pesanti, da concatenare per eseguire varie mosse speciali). Ogni combattente avrà dalla sua due armi specifiche, che vanno da lame leggere come spade corte o pugnali, sino a enormi o lunghissime spade da battaglia e lance, ben più sceniche e spaventosamente potenti sulla carta. Peccato solo che, a conti fatti, la loro efficacia sul campo di battaglia non vari più di tanto, tanto da preferire spesso le armi bianche a lunga gittata anche solo per il fatto che riescono a mietere un maggior numero di vittime per via del loro raggio d'azione.



Il gioco narra le avventure del giovane Principe Arslan, erede al trono della terra di Pars
Le uniche novità che tentano di cambiare una formula di gioco seriamente stantia, sono in primis la possibilità di cambiare a piacimento l'elemento legato alla spada equipaggiata dal protagonista, al fine di eseguire attacchi con effetti differenti. Questo ci permetterà di sbaragliare le difese nemiche con più facilità, oppure permetterci di eseguire nuove combinazioni di attacco. Come accennato poche righe più in alto, però, la loro effettiva efficacia sarà seriamente relativa e spesso e volentieri saremo sempre propensi a schiacciare la stessa combinazione di tasti per uscire dalle situazioni di gioco più caotiche. La seconda caratteristica a spiccare è un sistema di carte totalmente nuovo: queste si recuperano dai nemici sconfitti, come appunto le armi e i potenziamenti, e funzionano come l'equipaggiamento base di un GDR qualsiasi. Grazie a tre slot a disposizione, potremo infatti aumentare specifiche caratteristiche dei nostri cavalieri, adattando così i vari personaggi al proprio stile di gioco, con infine anche un (semplicistico e non troppo complesso) sistema di crafting per mettere le mani sulle carte mancanti o potenziare quelle attualmente in possesso (su un totale di circa duecento). Si tratta di una novità marginale, vero, ma che in ogni caso mette quel pizzico di varietà che in un gioco del genere scongiura il fattore noia, perlomeno a tempo determinato.



Arslan: The Warriors of Legend permette anche di combattere in sella al nostro fido destriero, con la possibilità di portare attacchi di cavalleria ricorrendo a varie abilità speciali (le cosiddette charge rush, che ci consentono di controllare un numero notevole di cavalieri contemporaneamente per spazzare via l'esercito nemico). Il sistema funziona abbastanza bene, anche nel caso in cui decidessimo di scatenare i nostri arcieri al soldo del Principe di Pars, spezzando anch'esso la monotonia dettata da un gameplay spesso ridondante, tipico della serie. Immancabile una modalità Online che consente di allearsi con un compagno virtuale per affrontare lo scenario nella classica modalità libera, affrontando se lo si desidera i momenti cardine della storia principale. Ciò che invece risulta essere realizzato con una buona dovizia di particolari, è il comparto tecnico ed estetico del titolo Koei Tecmo, che grazie alla sempreverde tecnica del cel shading (che i più attenti tra di voi ricorderanno anche nel capitolo musou dedicato al celebre manga One Piece), mette in scena un tornado di colori, animazioni in perfetto stile anime e più in generale un look tipicamente nipponico che saprà soddisfare i fan e non solo. Peccato per i fondali, caratterizzati da una serie di texture davvero poco definite, che minano leggermente il risultato complessivo. Il doppiaggio in giapponese (ma con sottotitoli anche e fortunatamente in lingua inglese), oltre a vari DLC attualmente in lavorazione che permetteranno di vivere la vicenda principale attraverso punti di vista differenti, chiudono il quadro di questo ultimo musou in arrivo su PlayStation 4.



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9 febbraio 2016 alle 15:11