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Street Fighter V - recensione

Sono mesi che Capcom porta avanti una ricca campagna marketing per spingere Street Fighter V, il nuovo capitolo di una saga che per anni ha tenuto alto il nome dei giochi di combattimento. Dopo esser riuscita a far tornare in auge i picchiaduro con Street Fighter IV, ottenendo numeri impressionanti nei più importanti tornei per professionisti sparsi per il globo, Capcom ha deciso di puntare forte sugli e-sport con un episodio in grado di accogliere a braccia aperte sia i giocatori professionisti che i nuovi utenti alle prime armi.



Per mesi Yoshinori Ono ha parlato di questo gioco cercando di attirare l'attenzione di vecchi e nuovi fan, mentre la closed beta ha permesso a un numero altissimo di persone di provare con mano i personaggi e il sistema di combattimento rinnovato, dando a Capcom l'opportunità di testare i server online.



Questa lunga fase di preparazione avrebbe dovuto condurci all'uscita di un gioco in grado di resistere all'assalto dei numerosissimi appassionati richiamati da un hype senza precedenti. Purtroppo, però, Capcom ha preferito proporre un gioco privo di elementi alcuni importanti per i numerosi giocatori occasionali che si avvicinino per la prima volta al genere.

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15 febbraio 2016 alle 17:10