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Terraria 3DS - recensione

Terraria, disponibile da venerdì scorso in versione scatolata per 3DS, dà forma e consistenza al piacere della scoperta, rende tangibile ed esperibile il brivido che attraversò la schiena dei nostri antenati di fronte a fenomeni apparentemente inspiegabili, attualizza in un videogioco il desiderio di Ulisse di spingersi al di là delle colonne d'Ercole.



Ispirandosi senza troppa vergogna a Minecraft, il titolo sviluppato da Re-Logic con ancor più efficacia dell'opera di Markus Persson giustifica e catalizza il crafting, principale motore dell'esperienza, coinvolgendo l'utente in un'avventura virtualmente infinita che si alimenta di sfide, dungeon e boss progressivamente più difficili, coinvolgenti, esigenti in termini di strategie da adottare ed equipaggiamento da sfoderare.



Inutile riassumerne nel dettaglio le meccaniche ludiche: parliamo pur sempre di un platform-RPG bidimensionale originariamente pubblicato su PC nel 2011, che ha progressivamente raggiunto ogni piattaforma esistente compresi smartphone, tablet e la bistrattata PS Vita (che, per assurdo, vanta una delle migliori edizioni).

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16 febbraio 2016 alle 10:40