Underrail - recensione
Il genere dei giochi di ruolo è particolarmente ancorato alle vecchie abitudini, e quindi è meno propenso a innovare in maniera decisa. D'altronde la formula della caratterizzazione (classi, razze...), progressione (livelli, skill) e utilizzo di oggetti ,è decisamente costitutiva del genere, sia su computer che su carta. Difficile quindi allontanarsi da questi principi basilari.
Per tale motivo portare un nuovo titolo nel genere e ottenere un buon successo non sembra essere un compito particolarmente complesso. Il recente Pillars of Eternity, un capolavoro acclamato dalla critica che riprende pedissequamente il gameplay e lo stile di Baldur's Gate (1998), ne è un esempio lampante.
Underrail compie un esercizio molto simile puntando però ancora più indietro a livello di retro-nostalgia. Si tratta infatti di un gioco di ruolo con visuale isometrica focalizzato su esplorazione e combattimento, dotato di un sistema a turni (e action point) e caratterizzato da una creazione del personaggio che ricorda Fallout (attributi di base, skill e abilità particolari).
