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Plants vs. Zombies Garden Warfare 2 - recensione

Dopo l'ottimo successo del primo Garden Warfare e soprattutto dopo il plebiscito che ha accolto Splatoon, le attese intorno a Plants vs. Zombies Garden Warfare 2 sono notevoli. EA e PopCap, infatti, verrebbero fare per gli sparatutto in terza persona quello che Nintendo ha fatto per gli FPS, ovvero creare una formula semplice, colorata e accessibile grazie alla quale catturare tutti coloro che, per motivi anagrafici o per scelte filosofiche, non possono o vogliono sfidarsi su sanguinolenti campi di battaglia.



Un obiettivo apparentemente semplice che però riserva diverse incognite e richiede un profondo studio per organizzare un'esperienza il più amichevole e accogliente possibile. In questa ottica PopCap ha sostituito i vecchi e freddi menù con un ambiente interattivo nel quale organizzare tutte le opzioni e le modalità, oltre che dare ai neofiti un campo giochi nel quale impratichirsi con le vecchie e le nuove classi create per l'occasione.



Questo hub è diviso in tre sezioni separate: agli estremi abbiamo la base delle piante e quella degli zombi, con in mezzo una zona franca nella quale le due fazioni si combatteranno incessantemente. L'organizzazione delle due basi è speculare e ognuna di esse darà accesso alle due modalità principali, ovvero il classico multiplayer e la nuova Operazione Giardino, una sorta di modalità orda per quattro giocatori in salsa PvZ.

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18 febbraio 2016 alle 09:10