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TheShortandTheTall e The Body Changer finalisti al Drago d'Oro

L'alto e il basso. Una dicotomia che ha sempre funzionato, sia nella realtà sociale di tutti i giorni sia in qualsiasi altro agglomerato. Funziona anche nei videogiochi, perché TheShortAndTheTall è finalista al Drago d'Oro italiano, con un nome particolare, che non lascia spazio a interpretazioni e dietrologie, ma soltanto alla sostanza, con il loro The Body Changer. Li abbiamo intervistati per farci raccontare la loro esperienza e a risponderci è stato TheTall, Alberto.



«Ci siamo conosciti presso l'azienda Prograph intorno al 2000 dove siamo diventati buoni amici e abbiamo partecipato attivamente a diversi giochi come grafici, designer e storyteller – avremmo un sacco di storie divertenti da condividere ma perché non raccontarle dal vivo? Dopo questa esperienza lavorativa abbiamo tentato di autoprodurci cercando licenze e mostrando i nostri esperimenti in giro per l'Italia, ma senza grosso successo. Siamo rimasti in contatto e anni dopo mentre la scena indie straniere esplodeva ,Alessio, lo Short, ha scritto un nuovo engine ispirandosi a RE4 e abbiamo deciso di riprovarci. Da lì è stata tutta un'escalation che ha portato a TBC. Il resto è storia».



Qual è la sensazione che ha uno sviluppatore quando si propone al Drago d'oro italiano? Sicuramente scatta un po' di sana arroganza nel credersi migliori di tanti altri e poi tale intraprendenza viene giustamente premiata arrivando in finale:



«Piacevolmente sorpresi e molto contenti – essere messi sullo stesso livello di mostri sacri del panorama italiano come Milestone ci riempie di entusiasmo. Se ci siamo candidati è perché abbiamo investito tantissima passione in TBC e siamo sicuri di aver prodotto un buon gioco, che si distingue e che può tenere la testa alta nel panorama Italiano di oggi».



Ci domandiamo, come fatto per tutti gli altri, se adesso Alberto e Alessio siano pronti per il passo più importante, arrivare sulle console:



«Per ora le console sono escluse, non solo per motivi tecnici (usiamo un engine proprietario) ma perché non abbiamo il tempo per dedicarci a esse e abbiamo altre idee che vogliamo portare avanti. Se poi le copie vendute diventassero un numero interessante ovviamente ci ripenseremo. Stiamo lavorando a nuovi giochi e per questi forse un pensierino lo faremo ma ovviamente dipende da come riusciamo a promuoverli».



La scena indipendente italiana è oramai sempre più forte e il mercato sta delineando una strada ben precisa: il videogioco si può realizzare anche senza eccessivi fondi. Pensate che in qualche modo tale fenomeno possa scuotere quella che è la scena generale del nostro Paese?



«Costi di sviluppo a parte, fare e completare un gioco richiede moltissime risorse e mille competenze e spesso non ci si rende conto di quanta strada ci sia da fare per completare un'idea e piazzarla nel mercato. Ci piace pensare positivo e quindi saremmo per un secco sì, ma in effetti manca un titolone che abbia fatto presa a livello nazionale, in modo così forte da poter rivoluzionare ed far esplodere la nostra scena, per quanto ovviamente ci siano titoli notevoli (2 esempi a caso, Assetto Corsa o i giochi di Studio Evil)».



L'articolo TheShortandTheTall e The Body Changer finalisti al Drago d'Oro è estratto da GamesVillage.it.

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2 marzo 2016 alle 10:41