Forced Showdown - recensione
Dopo il discreto successo ottenuto con Forced, i ragazzi di BetaDwarf tornano sulla scena con Forced Showdown, un prodotto simile ma per certi versi differente. Se Forced era un action rpg roguelike prettamente incentrato sulla cooperativa multiplayer, Showdown cambia rotta, chiudendo la porta al gioco di squadra senza però pregiudicare il tasso di sfida e di intrattenimento, aggiungendo elementi chiave che analizzeremo in questa recensione.
In Forced Showdown vestiremo i panni di un gladiatore di un non meglio precisato universo parallelo, che sarà chiamato a sopravvivere in una serie di tornei nei quali dovrà lottare in arene infestate da mostri di ogni genere, intrattenendo un vasto pubblico che si emozionerà tanto per un suo successo quanto per una sua disfatta.
Potremo scegliere tra quattro eroi (inizialmente non tutti disponibili) che rappresentano più o meno gli stereotipi delle classi più celebri dei roguelike dungeon crawler: ad esempio lo Squire of Light è un lottatore ranged di media distanza che utilizza i poteri del sole per concentrare fasci di luce contro i nemici, mentre il Ravager è un predatore alieno dotato di quattro braccia che fa del corpo a corpo la sua forza.
