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Brothers: A Tale of Two Sons (Android) – Recensione

Avete presente le avventure cinematografiche? Sono giochi che mettono la trama al centro del progetto ludico, assoggettando la giocabilità alla narrazione, rinunciando all'interazione per dare spazio alla descrizione e spostando un equilibrio per diverse decadi era il distinguo tra il videogioco e gli altri media. Diverse software house hanno portato avanti questa contaminazione: dai Quantic Dream ai Telltale Games passando per i Freebird Games ed i Thatgamecompany. A volte succede che due opposti, le avventure cinematografiche ed i giochi che puntano tutto sulla giocabilità, raggiungano un punto d'incontro alla metà esatta dell'alfabeto greco. Ironicamente l'impresa è riuscita ad un team svedese, gli Starbreeze Studios in collaborazione con i 505 Games ed il regista Josef Fares, la loro creatura prende il nome di Brothers: A Tale of Two Sons. Disponibile, da pochissimi giorni, anche sui sistemi Android.



IL VIAGGIO DELLA VITA
Come il titolo suggerisce si tratta dell'avventura di due fratelli che, dopo aver assistito alla dipartita della madre, si trovano a fronteggiare un lungo e disperato viaggio alla ricerca dell'Acqua della Vita, unica e remota speranza di salvare il padre in fin di vita. Non v'è aiuto alcuno per i due ragazzi che sono costretti a cooperare per risolvere i problemi che via via gli si presenteranno: il più piccolo avrà dalla sua una discreta agilità e la capacità d'intrufolarsi grazie al suo corpo ancora acerbo in piccoli pertugi, l'altro potrà contare su una buona dose di forza ed una discreta stazza fisica regalata dall'adolescenza. Viene facile supporre si tratti di un gioco da affrontare in compagnia. Affatto. Si tratta di un'avventura, o di un puzzle game ambientale se volete sulla falsariga di ICO, da affrontare in solitaria, alternando l'uso dei due giovani protagonisti. Esattamente come la versione PC e console, la particolarità del gameplay consiste nel controllare contemporaneamente i due fratelli (qui, grazie all'ausilio di due stick virtuali), uno per il fratello maggiore e l'altro per il fratello minore. Pur non presentando enigmi in grado di farvi perdere il sonno le sfide proposte saranno variegate e mai ripetitive, presentando un livello di sfida che cresce senza mai diventare frustrante e regalando buone soddisfazioni al superamento degli enigmi più criptici.



Viene facile supporre si tratti di un gioco da affrontare in compagnia. Affatto.



L'Unreal Engine 3 è stato usato a dovere anche in questa “piccola” incarnazione per piattaforme mobile dotate di sistema operativo Android, ed i luoghi che visiterete si lasciano guardare denotando pulizia grafica ed un aspetto fiabesco piuttosto marcato, che regala scorci pittoreschi e panorami degni di nota. Le tinte fiabesche però non si accordano con i contenuti e le tematiche presenti, sono al contrario il perfetto contraltare di una storia matura di sorprendente, spietata schiettezza che invita alla riflessione su argomenti ancestrali come la guerra, l'amore, la morte e l'amicizia. Brothers: A Tale of Two Sons è un gioco che ama giocare con i contrasti, descrivere un mondo decadente, violento, cinico ed ingiusto dagli occhi di un bambino è solo uno dei tanti esempi.



Un disperato viaggio alla ricerca dell'Acqua della Vita
Sorprendentemente il team degli Starbreeze Studios è riuscito a mettere a schermo alcuni momenti emotivamente intensi con disarmante semplicità, immergendoci in un racconto toccante e dal ritmo serrato, lasciandoci giocare ogni singolo momento tanto da riuscire a trasformare la mera pressione di un tasto (in questo caso, touch) in un momento catartico. C'è da registrare l'assenza di alcuna forma di rigiocabilità ed una durata che fatica a raggiungere le quattro/cinque ore di gioco, ma mai come questa volta sono aspetti ben più che secondari, poiché nonostante Brothers: A Tale of Two Sons rifugga i criteri di costruzione moderna di un videogioco tradizionale, il viaggio che affronterete lo ricorderete per molto tempo.



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5 giugno 2016 alle 12:00