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Odin Sphere Leifthrasir – Recensione

Odino, una delle principali divinità del pantheon nordico, dimora ad Asgarar nel palazzo di Válaskjálf. Seduto sul suo trono regale, egli osserva tutto ciò che accade in ciascuno dei Nove Mondi, pronto a brandire Gungnir, la terribile lancia da battaglia, e a cavalcare Sleipnir, il poderoso destriero a otto zampe. La leggenda narra inoltre che Odino guiderà gli dei e gli uomini contro le forze del caos, nella battaglia finale che anticiperà il Ragnarök, ovvero la fine di tutte le cose. Sempre che non ci sia qualche eroe bello e temerario ad impedirlo…



LE FAUCI DEL LUPO
Partiamo subito col dire che Odin Sphere Leifthrasir è il porting del sequel diretto di quel Princess Crown apparso su Sega Saturn ormai più di dieci anni fa, poi riproposto circa 9 anni fa sulla vetusta e mai troppo lodata PlayStation 2 di Sony, ed oggi riproposto nello splendore dell'alta definizione nella versione PSVITA e PS4. Vanillaware, difatti, non dimentica il passato, riproponendo alla generazione attuale una piccola perla del genere. La trama ci narrerà una storia di potere e tradimenti, di una guerra per la conquista del Calderone Magico di Re Valentine, una sorta di “vaso di Pandora” custode di un potere tanto immenso quanto mortale. Le vicende di cinque giovani eroi si intrecceranno quindi in un turbinio di doppi giochi e tradimenti, fino alla sconvolgente rivelazione finale. Ma in cosa consiste Odin Sphere Leifthrasir? In maniera del tutto simile agli altri due giochi del team di sviluppo nipponico, ovvero Muramasa: The Demon Blade e Dragon's Crown, Leifthrasir altri non è che un titolo d'azione 2D a scorrimento, infarcito di svariati elementi RPG tipici della tradizione ruolistica nipponica. Attraverso vari schemi concentrici (visualizzati come veri e propri anelli), il nostro compito sarà quello di eliminare ogni minaccia presente, raccogliendo contempo tutti gli oggetti che saranno necessari al nostro potenziamento (frutti, semi, armi e chi più ne ha più ne metta). Gli scontri coi nemici (boss inclusi) non saranno dunque casuali come in un Final Fantasy qualsiasi, bensì veri e propri duelli sulla falsariga dei celebri picchiaduro a scorrimento a 16 bit, il tutto per 10 (o poco più) ore di gioco intenso. Peccato che, a differenza ad esempio proprio di Muramasa, il design dei livelli sia decisamente ridondante, non proponendo nessuna variazione sul tema.



Una storia di potere e tradimenti, una guerra per la conquista del Calderone Magico



I controlli, riveduti e corretti in questa inedita versione remaster del gioco, sono semplici ma efficienti, con diverse combo e abilità magiche per ciascuno dei cinque personaggi (sebbene le mosse a loro disposizione tendano a rassomigliarsi un po' troppo). Ma non solo: ogni singolo oggetto rinvenuto sul campo di battaglia potrà combinato con altri per mezzo di diverse fusioni alchemiche, le quali daranno i loro “frutti” in pochissimo tempo. Dove il gioco lascia però letteralmente senza fiato, è quando si parla del comparto tecnico: sia i personaggi che i fondali sembrano dei veri e propri dipinti a mano, animati con una dovizia per i particolari che lascia assolutamente basiti sin dal primissimo minuto di gioco. Anche la colonna sonora, composta dal maestro Hitoshi Sakimoto (per chi non lo sapesse, autore anche delle musiche di Final Fantasy XII e Vagrant Story), conferisce alla narrazione epica di Odin Sphere Leifthrasir una decisa e prepotente carica emozionale. Chiude il quadro un doppiaggio in inglese e giapponese pressoché perfetto, sottotitolato (insospettabilmente bene) anche nel nostro idioma.



Odin Sphere Leifthrasir, oggi come allora, è quindi sempre la piccola gemma che ricordiamo con una certa nostalgia: un'estetica mozzafiato, una grafica bidimensionale tra le più curate mai viste prima d'ora, unite ad una colonna sonora epica ed emozionale, rendono l'ormai conosciutissima avventura Vanillaware un prodotto unico ed imperdibile per l'amante del genere, nonostante inizi a sentire inevitabilmente il peso degli anni. Peccato solo che, a conti fatti, questa nuova e sgargiante edizione in HD non porti nessuna reale novità all'impianto del gioco, salvo una visuale più ampia dovuta ai 16:9 e un sistema di controllo parzialmente riveduto e corretto. Nonostante ciò, nessuno vi impedirà di gettarvi nuovamente con estrema soddisfazione tra le fila delle Valchirie, in attesa del Ragnarök.



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22 giugno 2016 alle 17:01