Fragments of Him - recensione
"Game Over" o magari come va di moda da alcuni anni: "You Died". Messaggi che non hanno bisogno di spiegazioni e che nostro malgrado abbiamo imparato a conoscere piuttosto bene, dato che la morte, anche di fronte ai giochi odierni (definiti spesso troppo semplici) è una meccanica che fa parte del concetto stesso di videogioco. Quanti titoli hanno, però, deciso di utilizzarla come una vera e propria tematica e non semplicemente come uno stadio naturale dell'esperienza videoludica?
Questi sono gli anni delle esperienze narrative, dei walking simulator e di quelle produzioni che "si giocano da sole", una deriva che può piacere o meno ma che a conti fatti ha aperto spiragli davvero molto interessanti e ha permesso anche a chi non è propriamente un creatore di videogiochi di raccontare semplicemente una storia, magari toccando le corde più emotive dell'animo umano.
Il 2016 è stato l'anno di That Dragon, Cancer un'opera che ci ha fatto capire ancora una volta che in questa industria è possibile sfornare anche produzioni forti, coraggiose e toccanti, che siano in grado di trattare con tatto e con la giusta attenzione un tema spesso considerato taboo in questo medium, un tema come il cancro o come la morte stessa.
