Lego Star Wars: Il Risveglio della Forza - recensione
Il matrimonio tra i Lego e Guerre Stellari è tra i più felici che vengono in mente guardando al mondo dell'intrattenimento. A partire da quando sono stati lanciati i primi playset nel 1999 per accompagnare l'uscita di Episodio I (rubando alla pellicola il posto sotto ai riflettori per demeriti suoi e meriti loro), i mattoncini danesi si sono rivelati semplicemente perfetti per guardare dritto negli occhi l'appassionato che è in noi e con un trucco Jedi fargli strisciare la carta di credito più e più volte.
Bellissime le confezioni piccine con un personaggio o poco più, splendidi X-Wing, Tie Fighter e compagnia, superlative le costruzioni più grandi come lo spiazzante Super Star Destroyer o la Death Star (ad avere un portafogli adeguato visto che si possono spendere anche 1.000 Euro). Insomma, i Lego da quasi vent'anni accompagnano i nostri viaggi nella galassia lontana lontana sfornando una quantità notevole di desiderabilissimi prodotti, creando un buco nero nel quale è facilissimo cadere e quasi impossibile uscire senza un'opera di disintossicazione professionale.
Ad affiancare le produzioni tangibili, come sapete, troviamo anche una fortunata serie di videogiochi dedicata alle maggiori pellicole del momento. È nel 2005 che viene pubblicato Lego Star Wars: Il videogioco, inaugurando un continuo flusso di produzioni a firma Traveller's Tales, che saltella tra lo spazio, le scuole di magia, le batcaverne e molto altro ancora. Praticamente ogni blockbuster dall'aria vagamente nerd si trova affiancato da quello che ormai è diventato l'immancabile partner: un gioco di mattoncini virtuali. La tradizione non poteva che continuare anche con Lego Star Wars: Il Risveglio della Forza.
