Pokemon GO è il connubio perfetto di IP e tecnologia - editoriale
Il potenziale delle IP di Nintendo sui dispositivi mobile non è più in discussione. Pokemon GO, il primo vero titolo mobile basato su una IP della compagnia, sta balzando in poche ore in cima alle classifiche di tutti i territori in cui è giunto. Secondo alcuni dati è già il videogioco mobile più popolare di sempre negli USA, e ha detronizzato Candy Crush Saga in pochi giorni.
Ancora più bizzarri sono gli effetti che il gioco sta avendo nel mondo reale, visto che le sue meccaniche di Realtà Aumentata (AR) portano i giocatori a spostarsi per le strade in cerca di creature rare o a raggrupparsi in aree in cui si combatte per il controllo delle "palestre", punti vitali visibili solo a chi utilizza l'applicazione. Molte delle storie di persone che hanno fatto cose tremendamente stupide o pericolose mentre giocano sono del tutto false, ma queste meccaniche hanno avuto impatti sia positivi che negativi; delle piccole attività hanno visto i loro affari aumentare in una città, mentre in un'altra delle persone si sono lamentate della folla che si è venuta a creare nei parchi in tarda serata.
A margine, e uno di questi margini è l'intero Giappone, in cui il gioco è stato appena lanciato, è nata una discussione sul fattore vincente di questo fenomeno. Molti giocatori, ovviamente, non hanno dubbi: è perché è di Nintendo. Chi è un po' più esperto di giochi mobile fa notare che Pokemon GO è molto simile a Ingress, precedente titolo di Niantic Labs, che nonostante delle meccaniche praticamente identiche ha avuto molto meno successo. Nintendo, uno degli investitori in Niantic (così come Google, dalla quale Niantic si è separata qualche tempo fa), ha solo fornito l'IP di Pokemon: tecnologia, gameplay e sviluppo dipendono tutti da Niantic.
