The Elder Scrolls Legends - prova
Ogni tanto mi piace immaginare la giornata tipo dei personaggi importanti. Cosa pensa Obama quando apre gli occhi? E Putin? Non devono essere cose da poco, visto da che da loro dipendono le sorti del pianeta. Scendendo di qualche gradino nella scala della rilevanza mondiale, mi piace fare questo gioco anche con altri personaggi. E visto il mio mestiere, mi sono trovato a domandarmi cosa passi ogni mattina per la testa di Phil Spencer o di Shuhei Yoshida, il primo probabilmente animato dalla voglia di rivincita, il secondo intento invece al consolidamento.
Ma sono solo supposizioni, congetture. Probabilmente pensano ad altro. Di un personaggio, però, ho la quasi certezza di sapere a cosa pensi appena aperti gli occhi. E mi riferisco a Pete Hines, vice president of PR e marketing di Bethesda, nonché suo uomo immagine. Lui credo che la prima cosa che faccia sia accendere la luce e guardare con un misto d'invidia e ammirazione la foto sul comodino di Mike Morhaime.
Perché è ormai da qualche tempo che la casa di Rockville, Maryland, mostra un trend fin troppo simile a quella della casa di Irvine, California. Sia chiaro, Bethesda ha dalla sua licenze forti come The Elder Scrolls e Fallout, però Blizzard ha World of Warcraft? Ecco servito The Elder Scrolls Online. Blizzard lancia sul mercato Overwatch? Pete Hines annuncia Quake Champions. Blizzard infine pesca il jolly con Hearthstone? Ecco arrivare, neppure a stretto giro di posta, The Elder Scrolls Legends.
