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Song of the Deep - recensione

Insomniac Games è certamente celebre per i suoi franchise di successo come Spyro, Ratcher & Clank e Resistance, ma con Song of the Deep cambia decisamente genere, cimentandosi in un action-puzzle game che adotta la formula metroidvania, ma che è caratterizzato anche da uno spiccato stile artistico.



Il titolo ha suscitato interesse di fan e addetti ai lavori sin dal suo annuncio a gennaio, non solo per le ragioni succitate, ma perché rappresenta la porta d'ingresso nel mercato del publishing del colosso del mercato retail GameStop. Il gioco sarà infatti il primo titolo distribuito dall'etichetta GameTrust Games fondata da GameStop proprio per entrare in questo agguerrito mercato.



Song of the Deep narra le vicende fiabesche di Merryn, una ragazzina che, ogni volta che il povero ma dignitoso babbo pescatore partiva per mare, ne aspettava ansiosamente il ritorno a riva. Il padre aveva sempre delle storie bellissime riguardanti il mare ed i misteri che nasconde nei suoi abissi, da raccontare alla sua figlioletta ad ogni suo rientro a casa. Purtroppo però, un giorno l'uomo non fece ritorno dall'ennesimo viaggio. Merryn lo attese per dieci lunghi giorni, fino a che gli apparse in sogno. Era rimasto intrappolato nelle più remote profondità oceaniche. L'amorevole figlioletta non poteva lasciarlo al suo destino e così decise di costruire un sottomarino per andare a salvarlo.

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3 settembre 2016 alle 11:10