Forza Horizon 3 – Recensione
Forza Horizon 3 è un gioco enorme. Enorme è la mappa, che per estensione supera e doppia agevolmente quella del precedente capitolo ambientato tra l'Italia e la Francia. Merito della scelta della nuova location, la lontana Australia, per l'occasione e per esigenze ludiche compressa, rimpicciolita ed esaltata da un concetto di level design plasmato alle esigenze del racing open world elaborato da Playground Games. Enorme è la lista degli eventi e la loro varietà, che passa agevolmente dalle Liste dei Desideri, per altro completamente customizzabili e condivisibili da e per l'intera comunità, alle gare, le sfide, i campionati. Enorme è il parco auto, con oltre 350 modelli ben ricreati e splendidamente differenziati per classi e generi. Dalle utilitarie alle berline sino alle Dream Car targate Ferrari e Lamborghini e ai “gioielli nascosti” tra i vecchi fienili sparsi nelle campagne, il gioco da probabilmente il meglio di sé, questa volta, quando si sale a bordo di una 4×4. Sia una Dune Buggy piuttosto di un Suv, Forza Horizon 3 mette sul vassoio, quello pregiato, gare su sterrato in quantità, nell'economia di gioco ben più importanti rispetto al passato.Enorme è, insomma, l'intera offerta. Tanto enorme che mettere nero su bianco l'opulenza del titolo non è certo impresa facile.
SPLASH WAVE
E allora, si vada con ordine. Forza Horizon 3 è un open world dove l'omonimo festival è, in realtà, un pretesto per spostarsi con la propria auto da un evento all'altro. Festival che, questa volta, è organizzato proprio dal giocatore, non più novellino da svezzare, quanto piuttosto imprenditore chiamato a raccogliere fan e, quindi, far crescere l'evento. Il gioco mette in chiaro le cose sin dall'inizio. Il giocatore è il capo, ed è il capo che comanda. La partecipazione agli eventi, da affrontare senza un ordine prestabilito, ma soprattutto piazzamenti e vittorie, portano in dote l'accrescimento della propria fan base che, con obiettivi prestabiliti, consentirà l'ampliamento del festival o la creazione di nuovi in punti specifici della mappa. Mappa che si presenta come una sorta di compendio del racing game arcade moderno, tra gare su sterrato, che alternano spiagge, bagnasciuga e foreste pluviali, e cittadine, con grattacieli pronti ad incorniciare il rombo dei motori più performanti. E poi, canyon, zone industriali, zone residenziali e vigneti, con un senso della scoperta e della meraviglia che non ha eguali sul mercato. Forza Horizon 3, fondamentalmente, frulla tutto quello che si era già visto nei precedenti capitoli per aggiungere importanti porzioni di nuovo poi servite in una centrifuga di ambientazioni talmente varie e variegate da mutare forma e sostanza nel giro di una manciata di chilometri. Non si tratta solo di colpo d'occhio, comunque notevole, quanto di una vera e propria scelta di gameplay mirata a differenziare l'offerta ludica ad uso e consumo del videogiocatore. Per quanto gli eventi siano completamente customizzabili, dal percorso alla scelta delle auto passando per il numero di giri e la tipologia della competizione, anche lasciarsi guidare attraverso il percorso prestabilito dagli sviluppatori garantisce varietà e scoperta. Garantisce, soprattutto, una costante modifica del gameplay proprio di ogni classe e categoria di auto. Guidare un'auto da Gran Turismo sull'asfalto regala emozioni sicuramente diverse da quelle provate a bordo di un fuoristrada portato a spasso sulla sabbia. Eppure, provare a mescolare l'ordine degli elementi risulta pratica divertente e persino consigliabile per gli amanti della varietà.
Il giocatore è il capo, ed è il capo che comanda
S'intenda: Forza Horizon 3 è gioco arcade nell'anima e nella forma, che da Forza Motorsport eredita la passione per i motori, ma non quella per la guida accurata. L'asticella della simulazione si abbassa, anche modificando i parametri default degli aiuti alla guida. Guida, quindi, sempre “morbida”, in qualsiasi tipo di situazione o contesto e che, proprio per questo, potrebbe far storcere il naso persino a chi, rinnegando il realismo, è stato svezzato a colpi di “simcade” da console. Una scelta, quella di Playground Games, evidentemente meditata e che differenzia con “forza” la serie Horizon dai prodotti marchiati Turn 10. L'espansione degli aspetti arcade si riflette, anche, nella tipologia degli eventi. Alle classiche corse dove vince chi arriva prima al traguardo, si alternano momenti volutamente estremi: come sfide tra auto ed elicotteri, gare di derapata sulla spiaggia, corse contro il tempo e salti nel vuoto dalle zone di pericolo. Una vera e propria “lista dei desideri”, per altro, come detto, ampiamente personalizzabile non solo nella sostanza, ma anche nella forma con nomi, locandine e condivisioni. Proprio il concetto di “share” marchia di nuove possibilità le modalità multiplayer. Ogni aspetto del gioco è condivisibile con gli amici, col proprio “club”, con i “drivatar” e, più in generale, con l'intera comunità chiamata, anche, a partecipare alla propria campagna in un'inedita modalità co-op più o meno aperta al mondo videoludico. Aspetti da valutare al meglio quando, con la pubblicazione del gioco, i server saranno presi d'assalto, ma che, già in fase di test, hanno mostrato la solidità della struttura. Insomma, “play anywhere”, tanto per citare la possibilità di giocare tanto su Pc quanto su One, ma manche “with everyone”, per una campagna, sia essa affrontata in singolo o in cooperativa, praticamente infinita.
Il prezzo da pagare per un'offerta talmente opulenta non è poi così alto. Anzi. L'etichettatura al genere arcade e la consapevolezza acquisita in fase di sviluppo ha permesso agli sviluppatori di esagerare in quantità e in qualità, allargando il fronte dello spettacolo ed espandendo le basi già gettate nei primi due capitoli. Il risultato è un prodotto persino coraggioso nel suo citazionismo ludico ispirato ai cabinati degli scorsi decenni, infine ostentato anche nell'aspetto grafico. Tecnicamente, Forza Horizon 3 è maestoso, non tanto nella riproduzione dei mezzi, di qualità comunque ottima, né nel frame rate, tradizionalmente ancorato ai 30 fotogrammi nella versione console. Forza Horizon 3 tocca picchi di eccellenza nella riproduzione dello scenario di gioco. Proprio l'Australia, con le sue spiagge, le sue moderne metropoli e il suo variegato entroterra, ha permesso agli sviluppatori di giocare con shader, texture ed elementi in maniera evidentemente più creativa e libera rispetto al passato. Partire in direzione di un nuovo evento dalla spiaggia assolata, passando tra le fronde della foreste e sfiorando di striscio le rocce del canyon toccate dai raggi del tramonto vuol dire giocare, prima ancora che con acceleratore e cambio, con emozioni sensoriali uniche nel genere. Il ciclo giorno – notte e il meteo variabile fanno il resto. Il Forza Tech, evidentemente libero dal diktat dei 60 fotogrammi, sfoggia routine di illuminazione impressionanti capaci di impreziosire tanto gli ambiente quanto i colori, scelti da una palette tendente al saturo e alla brillantezza. Tanta beltà ha ovviamente un prezzo. Detto del framerate, sarà impossibile, specie nelle prime fasi di gioco, non notare le difficoltà del motore nel caricamento di alcune texture sullo sfondo. Così come, mettendo sotto torchio la telecamera, non sarà impossibile incappare in qualche antipatico fenomeno di stuttering. Si tratta, però, di inezie incapaci di intaccare un colpo d'occhio visivo senza precedenti, poi bissato anche nel comparto sonoro. Sorvolando sull'ottimo lavoro svolto nella riproduzione dei rombi – ben differenziato, ma dopo Dirt non certo ai vertici della categoria – si registra il ritorno delle stazioni radio e l'introduzione di Groove, l'enciclopedia musicale di Microsoft chiamata, in questo caso, ad accompagnare ogni momento di gioco con la musica preferita. Il costo dell'abbonamento, comunque non limitato all'uso ludico, potrà essere valutato grazie ad una prova di 15 giorni in dote ad ogni copia del gioco. Anzi, del “game”. Perché l'adattamento è solo parziale, limitato ai sottotitoli. Data la qualità del doppiaggio, capace di cogliere la tipica cadenza della terra “giù di sotto”, non è detto che sia neppure un male. Quel che resta, al netto dell'opportuna critica, è comunque un gioco enorme, divertente, persino eccessivo in alcuni suoi aspetti. Una sorta di luna park del racing, con diverse attrazioni e un cielo blu, ma talmente blu, impossibile da dimenticare.
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