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Poly Bridge - recensione

Se siete soliti bazzicare per i meandri di YouTube molto probabilmente conoscerete Poly Bridge, un gioco nato da un'idea semplice e non particolarmente originale, ma che nell'ultimo anno ha saputo intrattenere i creatori di contenuti video e il loro pubblico. Com'è riuscito il titolo a ritagliarsi questo spazio fin dai primi mesi di accesso anticipato su Steam?



L'opera prima dello studio indipendente Dry Cactus, fondato dal solo Patrick Corrieri in Nuova Zelanda, è sostanzialmente un classico puzzle game basato sulla fisica, in cui al giocatore è chiesto di costruire un ponte che possa resistere al passaggio di diversi mezzi di trasporto. Il gameplay si suddivide quindi in una fase di progettazione e nel successivo test del proprio progetto.



A distinguere Poly Bridge dalla miriade di altri simulatori analoghi, contribuendo anche a rendere il titolo un piccolo fenomeno su Internet, ci pensa la creatività necessaria per portare a termine molti dei livelli che offre l'esperienza. Da questo punto di vista possiamo tranquillamente dire che il gioco di Patrick Corrieri è a tutti gli effetti un sandbox.

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26 settembre 2016 alle 10:40