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Ride 2 - recensione

Dopo lo zoppicante Ducati: 90th Anniversary the Official Videogame, promosso a stento su queste pagine, c'era bisogno di una perentoria risposta, di un segnale, forte e chiaro, che ricordasse al mondo intero che le simulazioni motociclistiche sono roba nostra, tutta italiana s'intende, pane per denti affilati in anni e anni d'iterazioni, variazioni sul tema e qualche inevitabile scivolone. Ride 2 è proprio questo: una graditissima riconferma, nonché un ottimo punto di (ri)partenza da cui proiettarsi verso un futuro ancora più roseo, sostenuto da tecnologie ulteriormente raffinate e da un team proporzionalmente maturato dall'ennesima esperienza positiva.



Come il predecessore, il piglio della produzione è lievemente diverso rispetto ai classici Moto GP o al più recente Valentino Rossi: The Game. Nonostante l'impostazione simulativa sia predominante, come sempre scalabile in base alle proprie preferenze attivando e disattivando i numerosi aiuti alla guida, l'impronta arcade è più marcata, facilmente individuabile in moto che, a discapito della potenza che possono scaricare a terra, tendono comunque a restare ancorate all'asfalto, rendendo la perdita d'aderenza della ruota posteriore un'eventualità piuttosto rara, enormemente meno frequente rispetto alle già citate produzioni di Milestone.



Ride 2 propone un modello di guida più universale, facilmente assimilabile, mai eccessivamente tecnico. Le differenze tra le varie tipologie di bolidi si sentono, ovviamente, ma anche i neofiti o chi non è mai salito in sella ad una moto in vita sua, non faticherà ad assimilare le nozioni basilari, né a trovarsi a suo agio una volta in pista.

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20 ottobre 2016 alle 12:40