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Amnesia: Collection - recensione

C'è un momento ben preciso in cui ci si pente di aver sopravvalutato il proprio coraggio, di aver avuto la presunzione di sfidare gli orrori concepiti da Frictional Games, di essersi ritenuti pronti e sufficientemente equipaggiati solo perché, in passato, si è sopravvissuti con successo al completamento di una manciata di Resident Evil e Silent Hill. È un istante lunghissimo, quasi infinito, in cui si ha tutto il tempo per maledirsi, imprecare, esprimere il sincero e genuino desiderio di vedere la propria mamma.



Di solito, la sensazione sopraggiunge non appena ci si ritrova nel salone del lugubre Castello di Brannenburg, teatro della lisergica epopea di Daniel, ma i più temerari, temprati da anni di survival horror e film di George A. Romero, potrebbero spingersi sino all'apparizione della prima creatura che si frapporrà tra il protagonista dell'avventura e "l'esile vecchio di nome Alexander" che, per motivi assolutamente ignoti, va stanato e prontamente assassinato.



Amnesia, lo dice il titolo stesso, è una saga che propone un trittico di protagonisti senza memoria, incastrati, loro malgrado, in una vicenda più grande di loro che, coinvolgendo forze sovrannaturali, vi contrapporrà a presenze oscure fondamentalmente immortali, inscalfibili da qualsiasi oggetto possiate reperire e raccogliere in giro per le ambientazioni.

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29 novembre 2016 alle 18:10