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The Walking Dead: A New Frontier - Ep. 1 e 2: Ties That Bind - recensione

Mentre ci approcciamo a una nuova stagione della serie più conosciuta del team californiano, non possiamo che domandarci quanto sia cambiato il modo in cui Telltale Games si approccia a The Walking Dead e quanto sia variato il peso di questa IP nel corso degli anni. Quando la prima stagione venne lanciata nel 2012, era impossibile non considerare questo progetto come una scommessa sotto diversi punti di vista mentre ora l'opera che si ispira ai fumetti di Robert Kirkman è diventata a tutti gli effetti il simbolo dello studio.



La software house, nel 2012, non era di certo conosciuta per dei lavori eccelsi, il brand di The Walking Dead non aveva raggiunto l'importanza attuale e la stessa struttura episodica era una scommessa non da poco, nonostante alcuni precedenti più o meno riusciti. Telltale, come sappiamo, ha vinto questa scommessa puntando su una cura maniacale nei confronti della narrazione e su due protagonisti che sono entrati di diritto nell'hall of fame dei più grandi personaggi videoludici: Lee e Clementine, con quest'ultima in particolare che si è trasformata nel simbolo stesso della serie e nell'unica vera e propria costante di ogni stagione.



Una costante anche di questo terzo ciclo di episodi che per varie ragioni abbandona qualsiasi numerazione in favore di un preciso e azzeccato sottotitolo. Con il doppio episodio Ties That Bind arriva il momento di tuffarsi nello spietato mondo di The Walking Dead: A New Frontier. Un doppio episodio che si dimostra funzionale ed efficace dal punto di vista narrativo e che si concentra soprattutto su Javier, il nuovo protagonista di quella che più che una terza stagione, dà l'impressione di essere in buona parte un nuovo inizio, adatto anche a chi non abbia mai giocato alle passate iterazioni.

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4 gennaio 2017 alle 11:10