Forma.8 – Recensione
Una produzione tutta italiana uscita da una fase di sviluppo lunga e travagliata, che si va ad incastonare in un genere che deriva da due opere fin troppo famose. Si tratta del metroidvania, filone di titoli nato da due giochi di culto degli anni novanta, Super Metroid, del 1994 e Castlevania Simphony of the Night del 1997. Il genere mescola azione, esplorazione e sblocco progressivo degli elementi esplorabili ed ha dato, negli ultimi anni, diverse pietre miliari provenienti dalle più disparate realtà di sviluppo, incluso il settore indie. Forma.8 giunge anche su una console ormai sul viale del tramonto che ha da poco cessato di essere prodotta in Giappone, il Wii U, per inciso, la console meno di successo commerciale della casa di Kyoto.
Mixed Bag Games, sviluppatore del gioco, si era già fatto decisamente notare per lo sparatutto tridimensionale in salsa psichedelica Futuridium 3D Deluxe, un titolo frenetico, lisergico ed indimenticabile, che pareva una sorta di StarFox in salsa minteriana. I cacciatori di titoli particolari per palati fini erano dunque pieni di attese per questa nuova release del gruppo italiano. E, per certo, non sono stati affatto delusi. Mauro Fanelli ed Andrea Gellato, autori del titolo, hanno davvero creato un'opera artistica godibile e dal fascino unico. Lo sviluppo è durato quasi quattro anni, ma il gioco è finalmente nelle nostre mani.
Le premesse narrative sono scarne e minimaliste, quasi quanto tutto ciò che ci aspetta in seguito. Un'astronave incontra un misterioso pianeta alieno e decide di lanciare una piccola sonda dall'aspetto quasi umanoide, nera e dotata di occhi bianchi, sola, in una missione che potrebbe risultare letale, esplorare un ambiente totalmente sconosciuto per scoprire i segreti del pianeta misterioso. Un breve filmato in computer grafica ci racconta il lancio e ci lascia, soli, contro il nostro infausto ma affascinante destino.
Ricco di cromatismi arditi e bizzarri, forma.8 riesce davvero a far immedesimare nella follia aliena e disturbante del misterioso pianeta che stiamo esplorando.
Con un comparto audiovisivo che si pone in maniera diametralmente opposta tra mille ispirazioni contrastanti, tra cui Limbo, Another World, Metroid, Loco Roco, Underwulde e l'astrattismo geometrico di Piet Mondrian, forma.8 ci catapulta in un mondo onirico, alieno e ricco di paesaggi naturalistici ma innaturali allo stesso tempo. Ci aspettano cunicoli bui ma coloratissimi insieme, con sprazzi lisergici che spezzano un mondo altrimenti oscuro e grigio. Ostile, nero e ricco di ostacoli, il setting di forma.8 sarà difficile da dimenticare, anche una volta completato il gioco. Il paesaggio varierà senza soluzione di continuità da uno stagno di acqua esplorabile ad una serie di laghi infuocati che gettano sprazzi di lava letale. A volte è anche possibile assistere alla trasformazione del terreno in strani meccanismi che paiono quasi robotici e meccanici, anziché tratti da una natura aliena. Questi spesso nascondono degli interessanti, ma mai troppo complessi, enigmi ambientali che vanno risolti per poter proseguire nel proprio percorso esplorativo. Raramente si era visto un uso così artistico del motore grafico Unity, utilizzato per la realizzazione del gioco. Nella peregrinazione attraverso i cunicoli troveremo anche dei bonus da collezionare, quali gli importanti globi di luce blu o verde, da raccogliere. Questi spesso sembrano quasi dei frutti, appesi a volte ad alberi scheletrici tratti da una iconografia tipica dell'horror più desolante. Del resto siamo in un panorama del tutto alieno, ed anche quello che, a prima vista, ci pare familiare, è in realtà legato all'oscuro mondo parallelo in cui stiamo vivendo. La colonna sonora è spesso ricca di silenzi, momenti in cui si riflette in totale assenza di suoni, accompagnati solo da rumori ambientali sulla nostra solitudine e quasi sul senso della vita stessa. Del resto siamo solo una sonda tra tante, sostituibile in caso di distruzione, siamo solo numeri, solo piccole barche in balia dell'oceano in cerca di sopravvivenza. La lezione di Gunpei Yokoi e del suo Metroid è stata appresa in pieno, decisamente. All'improvviso però, da un gelido e freddo percorso asettico si esce in un campo aperto, e ci si ritrova magari a seguire la luna aliena, mentre la telecamera apre il suo spazio ampliando l'inquadratura e facendo intravedere un romantico volo di uccelli al tramonto. In quell'attimo di speranza la musica si fa più allegra, quasi spensierata, per lasciarci, pochi secondi dopo, di nuovo in balia della disperazione. Squisitamente poetico e dannatamente efficace sotto il punto di vista emozionale. A volte per interminabili minuti ci saranno sempre poche note, in una sequenza ossessiva, ad accompagnarci nel nostro peregrinare solitario. La musica diventa più complessa, tendente quasi all'acid jazz, in alcuni punti specifici, altre volte vira all'ambiente elettronico, a secondo di quello che si vede sullo schermo, magari siamo di fronte ad uno scenario ricco di twisted infuocati? Ecco che la colonna sonora si fa più greve e pesante, per farci capire che siamo in un ambiente più ostile dove la morte immediata è più semplice. E che dire dei giochi di prospettiva? Semplicemente unici.
Il percorso non sarà mai chiaro e lineare, anzi, i ragazzi di Mixed Bag Games hanno realizzato un sistema di esplorazione che costringe ad un backtracking mai troppo invasivo, con vicoli ciechi, strade con uscite volutamente ambigue, ed anteprime di luoghi ricchi di oggetti utili ma che, al momento, non saranno raggiungibili. Un incedere lento, ragionato, mai troppo caotico, che richiede certo riflessi per sfuggire alle insidie, ma che non pretende mai uno sforzo troppo grande per sopravvivere. Meccanismi e trappole sono all'ordine del giorno, certo, ma basta una buona dose di allenamento per riuscire a dominare al meglio questo mondo ostile. La mappa ambientale, disponibile a scomparsa sullo schermo o sul gamepad, è di facile consultazione e torna spesso molto utile nel momento in cui ci si perde. Di fatto la caratterizzazione degli ambienti di forma.8 è sempre molto simile, per una precisa scelta stilistica, ed è decisamente facile confondersi nei percorsi da seguire. Incredibili momenti inaspettati ci si pongono davanti all'improvviso, come una fase stealth, le missioni a tempo e molto altro.
La sonda si ritrova a volte in scenari affascinanti ma letali, come questi cunicoli stretti tra stalattiti e stalagmiti aliene invase da mortali twister di lava incandescente…
L'interfaccia di gioco di forma.8 è immediata e a scomparsa, con comandi semplici, elenco di item da collezione, chiavi e speciali oggetti che vanno magari posizionati in determinati meccanismi per farli funzionare. Una barra di energia decisamente esigua, facile da esaurire grazie ai mille ostacoli ambientali. In giro per i cunicoli troviamo però alcuni speciali contenitori con cui poterci rifornire. Poche ma molto utili le armi, tra cui un semplice scoppio generato dal campo magnetico gravitazionale della nostra sonda e delle speciali bombe direzionabili. Le bombe a tempo in dotazione, di fatto, serviranno più spesso ad aprire nuovi percorsi esplorabili piuttosto che ad eliminare nemici dal nostro cammino. Come nella migliore tradizione dei metroidvania, però, armi, abilità e potenziamenti si acquisiscono solo dopo tempo. All'inizio saranno possibili ben poche cose. Occhio, tra le tante proposte ludiche del titolo, alle letali sfide a tempo, incredibilmente punitive se si indugia in azioni inutili.
Il bestiario di forma.8 è ricco e variegato di nemici molto ben caratterizzati. Misteriose creature volanti, esseri simili a ragni giganteschi ed ostili, che vanno eliminati con colpi molto precisi e mirati dal lancio millimetrico. E poi, altri bizzarri esseri, che paiono quasi pipistrelli vampiri appesi al soffitto, pronti a ghermirci al nostro primo passaggio distratto. Ma non solo, il paesaggio stesso è ricco di meccanismi ostili, tra cui laser che cercheranno di ostacolare il nostro cammino. Non mancano enormi ed impressionanti boss di fine percorso, l'incontro con Fire Plant, ad esempio, il primo boss che si parerà sul nostro cammino, sarà un momento sicuramente emozionante.
Tra i nemici ideati dal team italiano per il bestiario di forma.8 troviamo bizzarre creature aliene ispirate al mondo naturalistico terrestre, come enormi ragni o letali mosconi da combattimento.
Un fascino mistico, esoterico, minimalista e zen che non si vedeva dai tempi di Electroplankton per Nintendo DS, titolo di culto del geniale musicista e game designer giapponese Toshio Iwai. Forma.8 riesce a coinvolgere ed ossessionare, e soprattutto tenere attratti i giocatori in maniera ipnotica. Difficilmente si riesce a lasciarlo prima di averlo completato. Nulla, volutamente, viene spiegato dal gioco, che ci lascia liberi di capire cosa fare e come utilizzare le nostre risorse. Durerà solo sette ore, certo, ma saranno le più emozionanti della vostra vita.
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