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Torment: Tides of Numenera - recensione

È un ottimo periodo per essere appassionati di CRPG quello che stiamo vivendo. Bethesda, Bioware, Obsidian, Inxile sono tutte aziende che pubblicano e sviluppano prodotti di alta qualità in questo genere e l'appassionato medio rischia di non avere letteralmente il tempo per gustarsi in modo completo tutto quanto arriva sul mercato.Ancora meglio, l'offerta è molto variegata e copre uno spettro di gusti e inclinazioni decisamente ampio e completo; a fianco degli action RPG più conosciuti. ci sono così titoli quali Pillars of Eternity, Wasteland 2, Tyranny e questo Torment di cui ci apprestiamo a parlare.



Questi quattro titoli ben rappresentano il genere come è oggi (escludendo gli action RPG): a fianco di due esperienze ampiamente godibili da un pubblico ampio come Pillars of Eternity e Wasteland 2, abbiamo il raffinato Tyranny, che si concentra maggiormente sulla storia e sull'etica delle scelte, e ora Torment Tides of Numenera, un titolo che è il seguito spirituale di quel Planescape: Torment che alcuni ancora oggi classificano tra i migliori CRPG di sempre.



Esattamente come il primo gioco della serie, questo Torment si concentra sulla narrativa immergendo il classico motore isometrico a cui siamo ormai abituati, in un'atmosfera surreale in cui tutto, ma veramente tutto, è privo di qualsiasi aggancio al mondo reale come lo conosciamo. Torment Tides of Numenera è un'esperienza in cui partiamo conoscendo zero del nostro personaggio e dell'universo di gioco; l'obiettivo è esplorare per comprendere, ovvero viaggiare da una quest all'altra per mettere insieme indizi e informazioni che riveleranno alla fine i come e i perché di quanto successo al protagonista.

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28 febbraio 2017 alle 10:40