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2Dark – Recensione

In principio il terrore venne con Alone in the Dark, opera seminale e fondamentale per la storia dei videogiochi. Il titolo è diventato una pietra miliare per tutti i successivi survival horror. Era il 1992, e l'autore del gioco, Frédérick Raynal, dopo aver esplorato altri generi videoludici torna, in maniera trasversale, al suo più grande successo, o perlomeno al concept di base. 2Dark è una prova d'autore ricca di magia, ma sarà all'altezza del suo storico ispiratore? Scopriamolo insieme.



Una storia drammatica senza speranze



In una tiepida primavera del 1969 una persona qualunque, il signor Smith, si reca con la propria famiglia in quella che doveva essere una vacanza divertente. La gita al lago si trasforma presto in un evento drammatico e senza ritorno. La moglie di Smith viene massacrata barbaramente, con tanto di macabra decapitazione, ed i due piccoli figli spariscono misteriosamente, rapiti da uomini senza volto. Forse saranno stati uccisi anche loro? Passano sette anni e Smith, ormai distrutto e cambiato psicologicamente dalla distruzione improvvisa ed inaspettata della propria famiglia, con tanto amore costruita nel tempo, vive nell'oscurità. Metaforicamente e letteralmente. Smith, pur devastato mentalmente, non si perde d'animo, ed ha intenzione di indagare sulla sparizione dei figli. Del resto il suo lavoro era quello di investigatore e, pur coinvolto personalmente, cerca di analizzare ogni singolo frammento dell'accaduto, il più lucidamente possibile, con un fare razionale difficile ma necessario. Esplorando il misterioso ed oscuro territorio di Gloomy Wood, Smith scoprirà cosa c'è dietro al rapimento dei bambini. Non solo i suoi a quanto pare. Un tema scabroso, la violenza sui bambini, creature pure ed intoccabili che sono al centro delle misteriose attività di una non meglio identificata società. Dai pochi e non facilmente comprensibili frammenti raccolti Smith scopre una verità agghiacciante, in cui, oltretutto, è coinvolto di persona. La trama ci mette davanti l'orrore puro, con meccaniche narrative decisamente ben realizzate dal maestro Raynal, un game designer che sa bene quali corde toccare per terrorizzarci… al pari di George Romero nel cinema con il suo The Night of the Living Dead. Un orrore fin troppo terreno, che nasce dal lato oscuro dell'umanità e che, come ben sappiamo, è più forte di qualunque creatura horror immaginaria e fantastica.



I riferimenti infantili sono riportati in maniera quasi ossessiva da 2Dark, il negozio dello sceriffo e quello delle caramelle nascondono l'orrore più profondo…



Tra ombre oscure e silenzi agghiaccianti



Buio. Silenzio. Paura. Nascondersi. Scappare. Combattere. Questi i pochi elementi chiave dell'eccezionale comparto audiovisivo. L'autore ci fa calare in un contesto assolutamente terrorizzante, poco illuminato in cui ogni angolo oscuro potrebbe rappresentare la nostra salvezza. La scelta della direzione artistica di puntare su una vera e propria pixel art dell'orrore, pur se realizzata con un motore grafico poligonale, appare, ad una prima analisi, più che sensata, specie considerando il tema così scabroso. Del resto le scene fin troppo truculente non lasciano spazio all'immaginazione. Chi avrebbe retto l'impatto per un Grand Guignol infantile in cui ogni azione turpe e tortura possibile viene inflitta a minori con una grafica moderna in pieno stile Dead Space? Nessuno, decisamente. Il viaggio senza ritorno all'inferno partorito dalla mente diabolica di Frédérick Raynal appare più tollerabile proprio grazie alle precise scelte iconografiche in stile retrò. Il buio, si sa, spaventa più della luce, da sempre. L'idea stessa di utilizzare in 2Dark la casa di Smith come punto di partenza per esplorare la cittadina maledetta è geniale. Il simbolismo della casa, un tempo luogo sicuro e pieno d'amore per la famiglia perduta, è lampante. Pur distrutta e svuotata dai suoi affetti più cari, la casa è ancora l'unico luogo sicuro dove riposarsi ed analizzare gli indizi raccolti per scoprire la verità nascosta.



L'orrenda città è piena di riferimenti all'infanzia, come ad esempio il clown del luna park, ma il tutto visto in una ottica disturbante e maledetta. Ogni singolo riferimento ai bambini sarà sempre deviato e visto dal punto di vista del male. Spesso l'autore si diverte a fare piccole citazioni cinematografiche o letterarie, come quella, appena riportata, di It di Stephen King. Il sonoro offre spesso più silenzio che musica, come del resto il buio che prevale sulla luce, sempre. Il terrore si nasconde in un piccolo rumore improvviso, piuttosto che in crescendo di effetti rumorosi. Un improvviso coro di bambini, piuttosto che rassicurante e tenero, sarà terrorizzante quanto le apparizioni infantili di Shining, altra opera kinghiana trasportata sul grande schermo dal maestro Stanley Kubrick. E che dire del domatore del circo? La sua veloce e sapiente frusta, che tanto divertiva i bambini quando erano solo spettatori vi traumatizzerà per sempre. Un cuoco col tavolo imbandito ed insanguinato che nasconde delle ricette immonde, o semplici ed inquietanti strisce di sangue versato copiosamente per terra da seguire… Torture, gore, bizzarre, mutilazioni ed aberrazioni di ogni tipo ci aspettano. Benvenuti all'inferno. Il gioco della luce e dell'ombra, da noi stessi pilotato, grazie alla torcia elettrica che tiene in mano Smith, riserva sempre sorprese che ci faranno saltare sulla sedia, stanza dopo stanza, percorrendo ogni corridoio. Ogni animazione, ogni piccolo particolare dello scenario è realizzato con cura, con lo scopo ultimo di terrorizzare il giocatore. La visuale dall'alto, in stile classico RPG, rende il tutto più affascinante. Il pacifico paese di Gloomywood è in realtà il teatro dell'orrore più inconfessabile. Del resto dietro ogni cittadina per bene può nascondersi la perversione più oscura, come insegna il serial Twin Peaks.



Nuovamente solo nel buio



Guidare i bambini. Fumare. Fare attenzione ai movimenti. Restare nel buio. Il più possibile. O morire. In un combattimento impari. Sempre troppo debole di fronte ad un orrore tanto grande. La lezione di George Romero è stata appresa in pieno da Frédérick Raynal. L'eroe deve essere una persona comune, che non è preparata ad affrontare l'orrore in cui si trova calato. Del resto il nome stesso di Smith la dice lunga sul suo essere uomo della strada. 2Dark è un titolo che mescola, sapientemente, diversi generi. Per un gameplay innovativo ma tradizionale al tempo stesso. Di base è un Survival Horror, fin troppo crudele col giocatore. Le risorse, infatti, sono sempre meno di quelle che servirebbero, e vanno dosate per bene. Ma anche le meccaniche Stealth la fanno da padrone. E non mancano enigmi e puzzle in pieno stile Avventura Grafica. I nemici sono sempre più forti del protagonista, ed affrontarli in uno scontro corpo a corpo può portare, quasi inevitabilmente alla morte immediata.



Smith, di fatto, ha diverse armi a disposizione, sia da fuoco, come una pistola o un mitra, che bianche, come la spada Katana o il semplice coltello da tasca. Pur sembrando il meno offensivo, quest'ultimo si rivela invece essere il più efficace, poiché non fa rumore durante l'uso e permette di uccidere molti nemici al primo colpo. Il rumore sarà di fatto un nostro nemico e produrne troppo porta a farci scoprire anche se ben nascosti nel buio. L'opzione di poter camminare in punta di piedi è fondamentale in diversi frangenti per non svegliare i nemici addormentati o farsi notare da quelli più svegli. L'intelligenza artificiale dei nemici, bisogna dirlo, è ballerina, e mentre alcuni sono scaltri, altri non ci noteranno anche se siamo fin troppo evidenti. Il concetto di base, ovvero trovare e portare in salvo i bambini seviziati e prigionieri, è anch'esso un problema, perchè questi ultimi hanno paura di tutto e le loro urla attirano i nemici. Il gioco è letteralmente zeppo di trappole, percorsi ciechi e pericoli nascosti di ogni tipo. Le meccaniche di trial and error, che di fatto piaceranno tanto agli amanti della vecchia scuola, potrebbero però stancare gli utenti meno smaliziati. Il gioco, diciamolo, è tremendamente cattivo ed impietoso, con una difficoltà che lo avvicina ai titoli degli anni novanta. Per una precisa scelta di mercato dello sviluppatore. Un gioco per molti, ma non per tutti. Per contro è possibile utilizzare diverse tecniche e modalità per raggiungere gli obiettivi del gioco, e questo dona molta varietà a 2Dark.



Il buio e la penombra delle stanze, concepite sempre come comparti separati da esplorare, sono fondamentali, anche per nascondere trappole a volte.



Una sigaretta allunga la vita, ed a volte può pure salvarcela



I comandi e l'utilizzo dell'inventario, allo stesso modo, sono complessi e non immediati, e richiedono un po di tempo per essere padroneggiati al meglio. Nascondersi nel buio è sempre la scelta migliore, ma anche camminare lentamente osservando con dovizia il percorso da affrontate. Una singola trappola vista troppo tardi può farci morire all'improvviso ed è meglio salvare spesso. Per contro salvare troppo spesso ci porterà un problema in più, la tosse. Per salvare infatti, sarà necessario fumare una sigaretta, ma fumarne troppo, si sa, porta ad avere colpi di tosse e tossire in un survival horror… non è proprio la cosa più indicata da fare. Un “coff coff” di troppo potrebbe infatti attirare l'attenzione, indesiderata, di un nemico pericoloso che non ci aveva notati prima. La dotta citazione del genere investigativo hard boiled, quello in cui i detective protagonisti spesso sono schiavi della nicotina e fumano per tutta la durata del loro giallo, è semplicemente geniale. E che dire poi della base del famoso consiglio infantile che ogni genitore da ai propri pargoli “non accettare caramelle dagli sconosciuti”? In 2Dark saranno proprio le caramelle ad essere usate per attirare i malcapitati bambini e far avere loro una possibilità di salvezza. Sette livelli in cui trovare almeno il novanta per cento degli oggetti e salvare più bambini possibili. Per completarlo noi abbiamo impiegato quattordici ore, molto sofferte. Un obiettivo che pare semplice, ma che invece è dannatamente difficile da ottenere. Come le sfide che la vita ci propone, del resto.



Formati e Limited Edition



2Dark è disponibile dal 10 marzo in edizione digitale e dal 17 marzo in versione fisica per i tre principali formati del mercato, PC, PlayStation 4, che è la versione da noi provata, e Xbox One, e per ora non è previsto su console Nintendo. La limited edition comprende lo steelbox, la colonna sonora originale, un libro a colori dedicato agli artwork originali e il disco fisico, cosa, quest'ultima, che oggi è bene ribadire.



Ricchissimo di particolari macabri, 2Dark resterà nei vostri incubi notturni decisamente a lungo, se riuscirete prima o poi a finirlo.



L'autore di 2Dark, Frédérick Raynal



Frédérick Raynal ha iniziato la sua carriera nel mondo dei videogiochi ai tempi del Sinclair ZX 81, piattaforma sulla quale debutta come autore, nel 1979, del gioco Laser. Nel 1986 ha scritto il platform game Robix per la compagnia francese Lacral Software. Nel 1988 realizza PopCorn, un ottimo clone di Arkanoid per PC DOS. Risale al 1992 l'opera più celebre dell'autore, il Survival Horror Alone in The Dark, pubblicato da Infogrames. Segue nel 1994 la divertente avventura Little Big Adventure, mentre nel 1996 arriva su PC, PlayStation e Saturn l'action Time Commando, realizzato per Activision. Nel 1999 è il turno di un gioco d'azione per DreamCast Toy Commander ed il suo seguito del 2001 Toy Racer, che però diventa un gioco di corse. Nel nuovo millennio è il turno di due puzzle, il primo per DS Soul Bubbles, uscito nel 2008 ed il secondo per PC e mobile, bOxOn, risalente al 2011. Lo studio di sviluppo Gloomy Wood Team, creato per l'occasione, si occupa nel 2017 di 2Dark, edito dal publisher Big Ben, che fa tornare l'autore al genere horror.











L'articolo 2Dark – Recensione è estratto da GamesVillage.it.

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18 marzo 2017 alle 11:30

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