Syberia 3 - recensione
Tredici anni. Kate Walker ha dovuto attendere 13 lunghi anni per essere salvata dal triste destino che sembrava attenderla alla fine di Syberia 2. Nel frattempo sono passate due generazioni di console PlayStation e l'ultima fantasia di Benoît Sokal approda su PS4 per tutti quelli che attendevano di conoscere il fato della bella avvocatessa-avventuriera.
Il ghiaccio in cui è rimasta "ibernata" ha preservato il suo fascino, che la pone in diretta concorrenza con un'altra eroina a cui la coraggiosa Kate assomiglia (indovinate di chi stiamo parlando? Un indizio: inizia per "L" e finisce per "ara Croft), ma sarà anche riuscito a mantenere intatto il meraviglioso gameplay delle prime due avventure? La risposta purtroppo non può essere del tutto affermativa.
L'inizio del gioco in realtà è promettente. Miss Walker viene salvata dal popolo nomade dei Youkol e condotta in una clinica in cui riesce a ristabilirsi. Subito risulta però chiaro che quel luogo ha qualcosa che non va. L'arcigna direttrice è intenzionata a trattenere Kate più del dovuto per motivi che verranno svelati con il trascorrere della trama e che non stiamo certo qui a descrivervi.
