Impact Winter - recensione
Recentemente sulla stampa specializzata abbiamo assistito a un dibattito interessante. In occasione dell'uscita di Prey la stampa si è allineata su voti medio-alti accordandosi pressoché unanimemente su una valutazione positiva nonostante diversi problemi riscontrati, sia a livello tecnico, che a livello concettuale. In opposizione a questa linea, un paio di recensioni si sono invece scagliate su bug tecnici che, al massimo della loro virulenza, sono arrivati a eliminare interi salvataggi. A fronte di questi problemi, dette recensioni hanno fortemente penalizzato il gioco in questione con secche insufficienze.
Quindi l'argomento è: quanto è giusto penalizzare un titolo per bug tecnici nell'epoca di patch e aggiornamenti potenzialmente istantanei? La questione è interessante perché Impact Winter è una curiosa case history, ovvero un caso decisamente complesso in cui problemi di vario tipo si innestano su un gioco pieno zeppo di buone idee, soluzioni coraggiose, innovazioni originali e, in generale, elementi freschi e sorprendenti per un genere (il survival) giovane ma già molto stanco e ripetitivo.
Innanzitutto la premessa: un gruppo di cinque personaggi si ritrova in una chiesa-rifugio dopo un evento catastrofico che ha causato una sorta di glaciazione. Obiettivo del gioco è sopravvivere per trenta giorni sfruttando le abilità dei vari personaggi e tutto quanto si trovi nello scenario.
