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E3 2017: A Way Out - prova

C'è sempre una prima volta per tutto, nella vita. E ieri, ad esempio, ho intervistato Josef Fares, regista, sceneggiatore e attore di origini libanesi, cui si deve la gemma indie Brothers: A Tale of Two Sons. Un gioco che è piaciuto talmente tanto a Patrick Söderlund, Executive Vice President di Electronic Arts, da indurre il colosso americano a finanziare il nuovo progetto degli Hazelight, A Way Out. Tanto da spingere Söderlund a dire "Josef e il suo team in Hazelight rappresentano tutti i valori di EA Originals. Sono un piccolo ma molto talentuoso gruppo con una visione e una passione per i giochi che è davvero unica in questa industria".



"In arrivo a inizio 2018, A Way Out è un gioco cooperativo pensato per due giocatori, i quali dovranno collaborare insieme", dice il comunicato stampa, e quello che nonostante l'evidenza sfugge inizialmente, è proprio questo. E cioè che non si potrà giocare ad A Way Out da soli, quando si vuole, ma lo si dovrà fare necessariamente con un amico.



"L'idea per A Way Out è venuta a me e ad un mio amico mentre stavamo pensando ad un gioco co-op con una storia emozionante e che non fosse solo un'esperienza usa e getta", ha dichiarato Josef Fares. "Semplicemente non riuscivamo a trovare un gioco di questo tipo. Anche il modo in cui racconteremo la storia di questi due personaggi sarà innovativo. I giocatori saranno immersi nel gioco grazie al modo in cui mischieremo l'esperienza full-screen a differenti fasi del titolo in split-screen. Focalizzandoci su due personaggi differenti in diversi modi, possiamo offrire più varietà di gameplay, dato che vogliamo davvero evitare la ripetizione. I giocatori conosceranno i personaggi tramite diverse situazioni".

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11 giugno 2017 alle 18:00