Ludomedia è il social network per chi ama i videogiochi. Iscriviti per scoprire un nuovo modo di vivere la tua passione.

Crash Bandicoot su PS4: il gameplay retro incontra lo stato dell'arte della grafica - analisi tecnica

Lo sviluppo del primissimo Crash Bandicoot è iniziato nel 1994, e nella mente degli sviluppatori originali, Andy Gavin e Jason Rubin di Naughty Dog, sarebbe dovuto essere il pioniere dei platform 3D. Il concetto alla base era semplice: 'Sonic's Ass' (come lo ha definito il suo creatore "ndr"): ovvero una rotazione di 90° di un campo visivo 2D in un genere platform dal mondo tridimensionale. Gavin e Rubin hanno formato un team insieme con altri, tra i quali vi era "un certo" Mark Cerny, e fu così che la trilogia originale di Crash bandicoot su PS1 finì per infrangere i limiti tecnici della piattaforma e vendere milioni di copie. Oggi possiamo rigiocare quei titoli su PlayStation 4, remake completamente ri-progettati (pur mantenendo lo stile autentico) di quei giochi originali.



Lo sviluppatore Vicarious Visions ha scommesso tutto sulla formula originale di Crash: ci sono alcuni cambiamenti nel modo in cui la visuale in terza persona si comporta, ma per il resto il gameplay è esattamente identico alle release per la prima PlayStation. Prendete il codice per PS1 e, fatta eccezione per un feeling più fluido nei controlli per via delle animazioni più moderne, avrete pressoché la stessa esperienza fornita dal remake odierno. E questo significa ovviamente che il primo Crash Bandicoot rimane spietatamente difficile a tal punto da non risultare divertente, mentre entrambi i sequel offrono miglioramenti radicali all'esperienza di gioco.



Prima di tutto, iniziamo con le basi del rendering. La Crash N.Sane Trilogy gira a 1080p su PlayStation 4 base, mentre i possessori di PS4 Pro beneficeranno di una più alta risoluzione di output pari a 1440p, potenziata ulteriormente da alcuni miglioramenti grafici come ombre a maggiore risoluzione e una più marcata occlusione ambientale. Ma l'aspetto più interessante non è la risoluzione, bensì l'approccio estetico che Vicarious ha adottato per il gioco: nello specifico, parliamo di un ambizioso tentativo di ricreare i giochi originali quasi come film in CGI, con uno stile grafico simile a quello delle produzioni Pixar.

Continua la lettura su www.eurogamer.it

4 luglio 2017 alle 12:40