Gigantic - recensione
I titoli hero based occupano ormai una generosa fetta del panorama competitivo on line. Introdotta inizialmente dai MOBA, la scelta di mettere a disposizione dei giocatori un roster di personaggi con abilità e caratteristiche uniche è stata abbracciata da un numero sempre maggiore di generi diversi. Creare degli eroi carismatici abbinati ad un gameplay divertente e profondo al punto giusto però non è semplice, e sono pochi i titoli che riescono a spuntarla sulla concorrenza. Gigantic si lancia nella mischia mettendo sul piatto un gameplay fresco, che pesca a piene mani da tanti generi, ma propone soluzioni del tutto inedite.
Chiariamo subito la struttura di gioco: si tratta di un competitivo 5v5 con visuale in terza persona e un taglio decisamente action. Così come il gameplay risulta più scattante di un tattico a visuale isometrica, anche alcuni elementi di gioco sono snelliti. Sul campo di battaglia non ci sono minion o torri, come potrebbe essere in un MOBA, ma entrambi gli elementi sono sostituiti dai portali per l'evocazione delle creature. Al posto della classica base da difendere inoltre, ogni squadra possiede un Guardiano, ovvero un'enorme creatura coinvolta nell'eterno scontro con la sua rivale.
I team rappresentano due antiche casate, i giusti e luminosi Aurion sono capeggiati da Leiran, una poderosa bestia con il corpo da leone e la testa da gufo, mentre i malvagi Devaedra seguono Grenn, un viscido serpente antropomorfo dalla lingua forcuta. Lo scopo ultimo è danneggiare per tre volte il Guardiano avversario, ma purtroppo non è possibile farlo direttamente. Per poter a attaccare il gigante nemico dobbiamo attendere che il nostro abbia accumulato sufficiente potere da decidere di muovere verso la posizione del suo antagonista e sottometterlo, rendendolo vulnerabile all'offensiva dei giocatori.
