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Absolver - recensione

Le arti marziali hanno l'enorme merito di aver in qualche modo nobilitato la violenza, trasformandola in un rigoroso processo di apprendimento, disciplina e crescita personale. Dopo essere state sdoganate e date in pasto al pubblico occidentale grazie alle interpretazioni cinematografiche di Bruce Lee, queste sono diventate un po' come il proverbiale prezzemolo in gran parte delle produzioni votate all'azione. Lasciatesi (nella maggior parte dei casi) alle spalle quell'aura mistica fatta di onore e rispetto, sono state una risorsa imprescindibile per un gran numero di medium, cinema e i videogiochi in primis, e hanno dato i natali a opere introspettive e profonde così come a delle tamarrate senza appello.



Devolver Digital è un produttore che ha garantito ai propri fan titoli dall'elevato tasso di violenza, molto spesso volutamente sopra le righe. I ragazzi di Sloclap, sotto l'ala del produttore texano, hanno confezionato Absolver, un picchiaduro atipico che miscela nella propria formula elementi GDR e una narrativa silenziosa. Fate il nodo alla cintura, indossate la maschera state pronti a menare le mani!



L'impero di Adal è ormai decaduto, le rovine di una rigogliosa civiltà disseminate in ogni dove ne sono la prova lampante. Gli Absolver sono gli ultimi guardiani rimasti, guerrieri chiamati a riportare l'ordine e mantenere la pace in un mondo ormai preda del caos. Scelti fra un drappello di allievi della nobile arte ci viene consegnata una maschera e affidata una missione: sconfiggere i sei individui conosciuti come i Marchiati, solo così potremo assurgere al titolo di Absolver.

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6 settembre 2017 alle 17:30