Dragon Ball Xenoverse 2 - recensione
Sono le 13:00 di un fresco mercoledì di fine settembre, la scuola è ricominciata solo da qualche giorno e già non se ne può più, ma per fortuna suona la campanella. Gli zaini sono pronti già da un bel po' e del resto la prof. di matematica lo sa bene che all'ultima ora non ha molte speranze di tenere viva l'attenzione della terza C della scuola media dove insegna. Anzi, di speranze praticamente non ne ha, visto che tutto il nostro gruppetto di amici è già proiettato con l'immaginazione su Italia Uno, in una dimensione parallela a metà tra il giallo della Spriengfield più famosa dei cartoni animati e le interminabili mosse speciali di Goku, caricate a cavallo di quattro puntate fatte di versetti, primi piani e mugolii vari.
Dragon Ball ha accompagnato i pranzi di centinaia di migliaia, anzi milioni di ragazze e ragazzi di tutta Italia, è diventato un simbolo ripetuto in un eterno ritorno delle puntate che alla terza volta che si ricominciava dal piccolo Goku con la coda, quasi sapevi le battute a memoria. Insomma, più o meno tutti abbiamo a cuore le sorti del bimbo-scimmia e più o meno tutti conosciamo la sua storia, almeno quella dei nemici principali e del continuo spawnare di personaggi sempre più cattivi, sempre più potenti e sempre più imbattibili. Vi ricordate quando Vegeta era l'avversario da battere?
La prospettiva di poter rivivere quelle emozioni e attraversare gli scontri più amati dai fan, dunque, solletica le passioni di chi non vede l'ora di respirare nuovamente le atmosfere di un tempo e magari prendere parte attivamente in alcuni dei momenti preferiti dall'anime. Ecco, se state cercando un gioco del genere (e avete per le mani uno Switch) allora Dragon Ball Xenoverse 2 è esattamente quello che fa per voi, soprattutto perché la (deboluccia) premessa narrativa permette di saltellare allegramente da un climax all'altro senza far pesare troppo la sensazione di già visto.
