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WRC 7 - recensione

Dopo qualche episodio non proprio all'altezza, soprattutto perché fagocitati da una concorrenza ben più agguerrita e propositiva, la serie di WRC ha finalmente trovato il suo campione nell'edizione qui presa in esame che, pur non eliminando completamente alcuni difetti congeniti del brand, quanto meno si dimostra una valida alternativa al recente DiRT 4 che, in ogni caso e a scanso di equivoci, resta il migliore della categoria.



Eppure, dicevamo, questo WRC 7 ha un grande pregio, sconosciuto ai suoi diretti predecessori: ha carattere, un fascino tutto suo che si schiude in un modello di guida quanto mai malleabile, così da consentire anche ai neofiti di iniziarsi senza eccessivi traumi, per quanto non rinunci affatto ad essere profondo, nella modalità in cui il motore fisico riesce a modificare il controllo della vettura a seconda del tipo di terreno battuto.



Diciamolo subito: team di sviluppo e publisher devono essersi spesi buona parte del budget nel mantenimento della licenza del campionato di rally, che permette al titolo di sfoggiare macchine, piloti e competizioni ufficiali, a discapito di una certa attenzione per il dettaglio quando si considerano le modalità di gioco, relativamente poche e avare di opzioni con cui modificare a proprio piacimento ogni parametro.

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28 settembre 2017 alle 17:10