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Archaica: The Path Of Light - recensione

Quando mi è stato proposto di recensire Archaica: The Path of Light ho accettato con estremo piacere. Sono cresciuto giocando a Tetris, Puyo Puyo, Myst e decine di altri puzzle e adventure. Ho amato alla follia entrambi i capitoli di Portal e spero ancora invano che Valve si decida a farne uscire un terzo. So cosa state pensando: quelli appena elencati sono giochi profondamente diversi tra loro. È vero ma molti di essi, compresi quelli che non ho nominato, hanno una caratteristica in comune: richiedono abilità esecutiva e materia grigia in egual misura.



Archaica non ha un gameplay particolarmente nuovo. Su dispositivi mobile è possibile trovare decine di titoli che si basano su puzzle basati su raggi laser e specchi. Ciò che attira subito lo sguardo però è lo stile del titolo. Il giocatore viene proiettato in un mondo a metà tra il futuristico e il fantasy, su un pianeta sconosciuto la cui storia è racchiusa in possenti dolmen di granito apparentemente inerti.



Per attivarli è necessario risolvere dei puzzle ambientali indirizzando un fascio di luce dalla sua fonte ad un interruttore che aprirà il portale verso il livello successivo. Non ci sono personaggi su schermo, l'unico modo che avete per riuscirci è utilizzando specchi e dispositivi di vario genere in grado di modificare la traiettoria del raggio. Questi potranno essere spostati in varie posizioni e ruotati sia in senso orario che antiorario. Il controllo avviene principalmente tramite mouse, anche se alcuni tasti della tastiera possono fungere da utili scorciatoie.

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25 ottobre 2017 alle 10:40