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Ben 10 – Recensione

Anche se – e oramai è un dato di fatto – ai videogiochi giocano più gli adulti che i bambini, è giusto che esistano titoli a loro specificatamente dedicati. Ben 10, sviluppato da Outright Games e distribuito da Bandai Namco, è proprio uno di questi titoli.



Intanto spendiamo un paio di righe per spiegare il soggetto a chi, come chi vi scrive, ne aveva solo una pallida idea in precedenza. Ben 10 è una serie animata americana trasmessa in principal modo sulle reti per ragazzi a partire dal 2005. Il protagonista della serie (e dell'omonimo gioco) è il classico ragazzino sveglio di circa 10 anni che, come da copione classico, acquista fortuitamente straordinari poteri. Nel nostro caso, grazie al ritrovamento di un braccialetto alieno, il giovane Ben acquisisce la capacità di trasformarsi in dieci forme di vita extraterrestri diverse, ognuna con le sue proprie peculiarità e abilità che, naturalmente, utilizzerà per combattere i malvagi.



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Tutto questo preambolo l'abbiamo autonomamente cercato in rete perché il gioco, è bene dirlo, non ne fa menzione alcuna. Non c'è un'introduzione vera e propria che spieghi cosa sia successo: si parte con una cutscene che ci mostra Ben, suo nonno e sua cugina in campeggio, con lui che incendia una tenda trasformandosi in un alieno in stile Torcia dei Fantastici 4. Da lì prende il via l'avventura, nella quale dovremo cercare di contrastare i piani del terribile pagliaccio malvagio Zombozo (che Joker scansati proprio!) prendendo a schiaffoni lui e i suoi sgherri per una manciata di livelli. Tutto qui? Si, purtroppo tutto qui.



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Il gioco, in definitiva, si presenta come un semplice picchiaduro a scorrimento, con qualche breve sequenza platform tanto per gradire. Per tutto il tempo dovremo avanzare per i livelli (linearissimi e con ben poche cose da scoprire) trasformandoci di volta in volta in una delle forme aliene a nostra disposizione. Ogni forma aliena ha i suoi attacchi speciali e i suoi talenti, indispensabili per superare determinati punti di ogni livello. Ogni alieno è inoltre livellabile (non pensate alla profondità di un RPG, però) spendendo dei punti che potremo acquisire battendo i nemici, completando alcune semplici sfide (nulla di che, per la maggior parte si tratta di usare l'abilità speciale dell'alieno X per battere il nemico Y) o distruggendo le immancabili casse che ci ritroveremo in mezzo ai piedi.



La grafica in game sembra uscita direttamente dall'epoca Playstation 2, con un cell shading anemico che sfigurerebbe al confronto con quello di Okami nella sua prima incarnazione. Decisamente inaccettabile per un gioco del 2017, insomma. Come se non bastasse la grafica di Ben 10, perlomeno nella versione Playstation 4 da noi provata, soffre anche di vistosi cali di frame rate persino nelle schermate meno concitate. Le cose vanno un pochino meglio nelle cutscene, che riprendono abbastanza bene l'attitude da cartoon pre adolescenziale, ma nulla di eclatante anche lì. Va un po' meglio il sonoro, con musichette accattivanti e abbastanza di atmosfera.



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La giocabilità, almeno quella, è discreta: Ben 10 si lascia giocare dall'inizio alla fine senza nessun tipo di intoppo, cosa ottima in un titolo che, non dimentichiamolo, è stato concepito per giocatori molto giovani. Ma davvero molto giovani.



Ben 10 è disponibile per Playstation 4, Xbox One e Nintendo Switch a partire dal 9 novembre.

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18 novembre 2017 alle 15:10

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