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Dragon's Dogma: Dark Arisen – Recensione

Cinque anni fa Capcom provò a lanciare sul mercato un nuovo franchise mescolando le meccaniche già ampiamente rodate di Monster Hunter in un'ambientazione fantasy medioevale, nacque così Dragon's Dogma, action RPG che, nonostante alcune idee molto interessanti, non ebbe il successo sperato, almeno in Occidente. Capcom non si è data comunque per vinta e in questi anni non ha mai abbandonato il brand, così, dopo un piccolo spin-off uscito su iOS e Vita e Dragon's Dogma Online, free-to-play mai uscito fuori dal Giappone (in esclusiva PlayStation 3), ecco ritornare su PlayStation 4 il primo Dragon's Dogma completamente rimasterizzato ma, ancora una volta, seppur con alcune migliorie, il titolo non eccelle e porta sulle spalle il peso degli anni.



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L'Arisen definitivo



Dopo una breve introduzione che funge da tutorial siamo chiamati a creare il nostro eroe; le creazione risulta abbastanza profonda e divertente anche se non ci permette di personalizzare il nostro avatar nei minimi dettagli ma si limita ad aspetto fisico, altezza, grandezza, capigliatura, cicatrici, trucco e poco altro; ci permette però di creare personaggi sempre diversi e mai banali.



Una volta creato il personaggio si avvia immediatamente la storia. Ci troviamo a Cassardis, un piccolissimo villaggio di pescatori; mentre la vita prosegue tranquilla, dal cielo si apre uno squarcio enorme, centinaia di arpie iniziano a volteggiare intorno alla fenditura e all'improvviso, in tutta la sua maestosità, fa la sua entrata in scena Grigori, un enorme drago rosso sputa fuoco che senza esitazione attacca il villaggio.



Il nostro eroe, recuperata una spada di fortuna, si lancia all'attacco dell'enorme drago ma ha la peggio. Essendo a conti fatti l'unico che ha effettivamente attaccato la bestia, questa lo ritiene degno e quindi gli strappa il cuore e lo ingurgita, donandogli l'appellativo di Arisen, colui che dovrà dare la caccia al drago e ucciderlo una volta per tutte. Iniziano così le nostre avventure nella terra di Gransys, una vasta landa piena di mostri di ogni sorta, goblin, mercenari, briganti ed enormi città murate.



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Come dicevamo inizialmente, nonostante alcuni punti molto interessanti il gioco non brilla e la storia è purtroppo uno dei tasti più dolenti dell'intera opera. Nonostante la lore di gioco sia abbastanza profonda e i vari personaggi, nel loro piccolo, caratterizzati in maniera molto buona, la trama del gioco risulta molto noiosa e troppo dispersiva. Ci ritroveremo a vagare per Gransys compiendo missioni che risultano spesso solo un modo per allungare le ore di gioco, infatti il nostro obiettivo principale (quello di dare la caccia al drago) viene subito messo in secondo piano e ci ritroveremo a fare da galoppini a personaggi di scarsa importanza, viaggiando senza sosta per le lande. Verso le fasi finali sarà proprio il drago a venirci a cercare e proprio lui ci indicherà il luogo della battaglia finale, finale che, senza troppi spoiler, ci ha lasciati un po' con l'amaro in bocca dato che costringe il giocatore a “farmare” inutilmente per arrivare a una boss battle completamente fuori luogo.



Altro punto relativamente a sfavore è proprio la mappa di gioco. Questa, nonostante sia praticamente un'unica strada, risulta molto grande e viaggiare da un villaggio all'altro è estenuante; in Dragon's Dogma, Capcom ha ben pensato (giustamente) di inserire il mai troppo abusato viaggio rapido che, chiaramente, ci permette di viaggiare in pochissimo tempo da un punto all'altro della mappa, purtroppo però questo è molto limitato, se non a volte inutile perché per effettuare il viaggio rapido dovremo prima entrare in possesso di alcuni telecristalli sparsi per la mappa (cinque nella prima run di gioco, infiniti in Nuova Partita +); questi telecristalli vanno posizionati dal giocatore nei punti dove viaggeremo più spesso, e possono essere raccolti e riposizionati all'infinito.



Il tutto risulta scomodo e, nonostante il posizionamento dei cristalli, ci ritroveremo comunque a dover viaggiare senza sosta sotto gli attacchi nemici; la resistenza dell'Arisen non ci viene certo in aiuto, dato che questa si scaricherà davvero troppo in fretta e gli unici due modi per ricaricarla sono rallentare oppure usare una pozione curativa. Un cavallo o un mezzo per spostarsi più velocemente sarebbero stati molto graditi, dato che alla prima run di gioco non sappiamo in quali luoghi tornare e quindi come e dove posizionare i cristalli.



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Ovviamente non tutto è un problema in Dragon's Dogma, e arriviamo quindi ai punti forti del titolo, uno su tutti il gameplay. Come dicevamo nelle prime righe di questa recensione, Capcom ha voluto utilizzare alcune meccaniche di Monster Hunter e questo lo notiamo proprio nei combattimenti contro i mostri più grandi. Sebbene per sconfiggere un gruppo di goblin o briganti sia sufficiente sguainare la spada e attaccare a testa bassa, contro i mini boss non è così semplice; gli sviluppatori hanno quindi aggiunto un'interessantissima meccanica che prevede la scalata dei mostri e la necessità di colpirli nei loro punti deboli; certo potrete uccidere un ciclope semplicemente ferendolo alle gambe, ma salirgli in groppa e accecarlo è sicuramente una soluzione molto più proficua.



Un piccolo difetto è la varietà di mostri enormi da affrontare, questi sono purtroppo molto pochi e variano dai già accennati ciclopi alle chimere, dai piccoli draghi o viverne a enormi idre, da spettacolari grifoni a golem di pietra, tutti fortunatamente con una diversa tattica da sfruttare per abbatterli.



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19 novembre 2017 alle 13:00

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