Hidden Agenda - recensione
Una casa diroccata assordata dal volume di una canzonaccia da discoteca, la fatiscenza delle mura macchiate sotto la carta da parati a chiazze, il battito accelerato e la tensione che si taglia con il coltello. L'agente Marby e il suo partner sono ad un passo dall'acciuffare una volta per tutte il Manipolatore, uno spietato serial killer che sembra il frutto del matrimonio tra i disturbati villain di Seven e Saw. E poi ci siamo noi, dall'altro lato del televisore, pronti a gestire la situazione dal nostro cellulare.
Parliamo infatti dell'ultima fatica di Supermassive Games, Hidden Agenda, avventura thriller che si erge dal parco giochi dei Playlink: titoli che non richiedono il classico pad, ma una veloce visita allo store del cellulare per scaricare l'app dedicata. Una volta installato il programma sul proprio smartphone, fatto scorta di popcorn e chiamato a raccolta un gruppo di amici si può dare inizio alle indagini.
Dopo il breve prologo inizieranno gli eventi veri e propri. Sono passati infatti ben cinque anni dall'arresto del presunto Manipolatore, condannato alla pena di morte. I prodi agenti che hanno avuto il merito di catturarlo sono stati promossi a detective e si attende soltanto l'arrivo del tristo mietitore per porre fine a quelle tremende pagine di cronaca nera. Quando il momento conclusivo è ormai prossimo, il condannato a morte dà vita ad un nuovo, insospettabile, scenario: non è il Manipolatore, bensì il suo complice.
