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White Day: A Labyrinth Named School – Recensione

Nel lontano 2001, esclusivamente in Corea, lo studio di sviluppo Sonnori pubblicava un survival horror intitolato White Day: A Labyrinth Named School. Oggi, a distanza di ben 16 anni, ci riprova e questa volta, grazie a PQube, il titolo viene pubblicato in tutto il mondo, apportando ovviamente molte modifiche, sia grafiche che di gameplay, mantenendo sempre e comunque un'impronta old school, forse anche troppo marcata per i tempi che corrono.





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Il San Valentino asiatico



Ci troviamo di fronte alla Yeondu High School, il nostro giovane protagonista è intento a osservare la ragazza di cui è infatuato e nota che, nell'andare via, questa dimentica il suo diario su una panchina. Così Lee Hee-Min decide di prendere il diario, intrufolarsi di notte nella scuola e lasciarlo nell'armadietto della bella ragazza. Chiaramente non poteva filare tutto liscio e non appena entrati nella scuola rimarremo subito intrappolati, dovremo quindi riuscire a superare indenni la notte, ma d'altronde cosa potrà mai accadere in un istituto scolastico?



White Day si presenta come un survival horror in prima persona sullo stesso stile di titoli molto più blasonati come Amnesia, Slender o il più recente Outlast, dove il nostro unico scopo sarà quello di risolvere vari enigmi per avanzare nel gioco e sopravvivere al malvagio bidello che troveremo nei corridoi della scuola. Non avremo a disposizione nessun tipo di arma o oggetto per difenderci, sarà nostra premura esclusivamente scappare, nel caso si venga scoperti durante la ronda notturna.





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Una scuola maledetta



Oltre al bidello, però, troveremo anche svariati fantasmi e apparizioni che aiuteranno a creare un senso di angoscia costante, tenendoci sempre sulle spine fin dalla prima apparizione. Se leggendo queste righe stavate iniziando a pensarlo, ebbene sì, stiamo parlando degli ormai troppo abusati jumpscare; non che siano un difetto ma un titolo horror che basa tutta la sua paura su un singolo elemento difficilmente risulta convincente.



White Day fortunatamente riesce a superare l'ostacolo, mettendo sul nostro cammino numerosi enigmi da risolvere, chiavi da recuperare, documenti da trovare e finali multipli derivanti dalle scelte fatte nei i dialoghi durante il gioco, finali che purtroppo difficilmente vorrete scoprire, data la scarsissima rigiocabilità del titolo. Il titolo tenta di superare la banale semplicità dei jumpscare soprattutto creando una storia di sottofondo intorno a ogni singolo fantasma che infesta la scuola, background che toccherà al giocatore scoprire attraverso dei documenti.



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2 dicembre 2017 alle 20:00

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