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Black Mirror 4: la classifica degli episodi dal più brutto al più bello

A meno che la qualità non scenda sotto al livello di un Grey's Anatomy qualsiasi, ci sarà sempre qualcosa da dire su Black Mirror e, quindi, una ragione per guardarla. In fondo è l'Ai Confini della Realtà del terzo millennio! Nonostante ciò, anche io mi unisco al coro di coloro che affermano che, con il passaggio a Netflix e ai sei episodi all'anno, il livello si sia piuttosto abbassato. E visto che nessuna delle decine di classifiche che ho visionato in questi giorni mi ha convinto, mi sono deciso per stilare la mia. Cercando, nel frattempo, di fare il punto della situazione. Questo articolo, ovviamente, contiene spoiler.
6. Metalhead



Un episodio-filler senza vergogna. Quando si decide di raddoppiare gli episodi senza avere abbastanza tempo, Metalhead è il logico risultato. In un futuro à la Mad Max ma (?) in bianco e nero, una donna scappa da un Terminator canino finché non muore. Basta. È l'episodio più breve di questa quarta stagione, ma è così noioso e senza senso che ti sudi ogni goccia di quei 40 minuti. È scritto e girato male, concepito peggio. La vicenda poteva prendere sì e no sei (6) minuti. Infine, oltre al danno (la perdita di tempo), anche la beffa: la missione per cui la donna e i suoi compagni hanno perso la vita era recuperare un orsacchiotto di peluche per il figlio morente della sorella. Se in un mondo post-apocalittico (poca benzina, niente elettricità e medicinali, nemici ovunque) mia sorella mi avesse chiesto una cosa del genere, le avrei dato uno schiaffo e avrei messo fine io stesso alle sofferenze di mio nipote. Estremo? Almeno è verosimile.
5. Crocodile



Una coppia, dopo aver investito e ucciso un ciclista, decide di nasconderne il corpo. Anni dopo, lei si è fatta una famiglia ed è una famosa architetta. Lui la va a trovare e le dice di voler dire la verità. Lei lo uccide senza troppi complimenti. Intanto un'assicuratrice indaga su un incidente cui la donna ha assistito. Il metodo investigativo prevede di entrare nella mente e nei ricordi dei testimoni: e potete immaginare come va a finire. L'idea non era nemmeno così male, ma sembra sviluppata quasi controvoglia. La trama è troppo scema, ed è impossibile prendere le parti di una protagonista che non dispone di un minimo di buon senso. Ad esempio, perché una volta ucciso l'ex lei non chiama la polizia dicendo che aveva tentato di farle violenza? Ma è più ridicolo ciò che succede dopo. L'architetta rivela inspiegabilmente all'assicuratrice di aver visto l'incidente, e poi la lascia entrare in casa perché “altrimenti chiama la polizia“. Ma che razza di leggi ha l'Islanda?



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4. Arkangel



Messo leggermente meglio è l'episodio diretto da Jodie Foster, che narra il dramma di una madre single alle prese con la figlia adolescente (wow, un tema originalissimo!). Una donna perde la figlia di tre anni per letteralmente 5 minuti e da allora rimane così traumatizzata da impiantarle un dispositivo nel cervello che le permette di seguire ogni sua mossa, sfocare immagini violente e vedere coi suoi occhi attraverso un tablet. Per anni la bimba vive in una bolla finché, compiuti 15 anni e supponendo ingenuamente che la madre le stia lasciando vivere la sua vita, comincia a fare “le peggio cose” come fare sesso e fumare canne in riva al lago. Onta! Vergogna! Terribile Sdegno! Una tecnologia interessante, e anche piuttosto attuale, viene utilizzata qui per realizzare il solito banalissimo dramma familiare.
3. USS Callister



Non ho amato particolarmente quest'episodio, ma quanto meno c'era un buon cast, un'astronave e una sequenza iniziale favolosa. Il tema è ancora quello dei cloni virtuali, che stavolta non vengono estrapolati direttamente dal cervello ma addirittura dal dna depositatosi, ad esempio, su un lecca-lecca (poi mi devono spiegare come si registrano sulla memoria genetica eventi di un giorno prima!). Le dinamiche fra i personaggi sono divertenti, ed è l'episodio che più facilmente potrebbe generare spin-off. Quello che mi da un po' fastidio è il cliché del nerd che diventa cattivone senza un briciolo di cuore perché gli altri lo trattano male.



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2. Hang the DJ



Su questa puntata non hai sentito altro che “la San Junipero di quest'anno“, perciò eviterò paragoni. Hang the DJ è evidentemente scritta benissimo, l'alchimia fra i due protagonisti è palpabile e l'happy ending prevedibile al 99,8% (cit.). Ma quando i due giovani si stringono nell'eterno abbraccio della perfezione matematica rimane il rammarico dei tempi andati. Sono finiti gli episodi di Black Mirror che ti lasciavano con l'ansia di vivere! Durante le prime stagioni della serie potevi legittimamente immaginarti un amplesso fra Berlusconi e un maiale su Rai1, e rimanere traumatizzato da 15 Million Merits tanto da non poter più guardare un episodio di X-Factor. Ora sono portato a rivalutare Tinder come una delle tecnologie in grado di portare effettivamente a un miglioramento dell'umanità. Non esattamente quello che volevo.
1. Black Museum



È l'episodio con più idee, ma anche il più rappresentativo delle intenzioni del buon Brooker (e soprattutto di Netflix). Una ragazza inglese, durante un road trip negli USA, si ferma in una sperduta stazione di servizio, presso la quale è situato un museo degli orrori. Viene accolta dal proprietario Rolo, che si palesa come una sorta di “Diabolus ex Machina” dell'universo di Black Mirror. Rolo racconta tre storie collegate ad altrettanti oggetti del museo, l'ultimo dei quali è al centro del plot twist finale. L'inglesina sconfigge l'americano, ma ora dovrà ereditarne il fardello. Black Museum è un episodio enciclopedico, è in qualche modo una summa di ciò che la serie ha finora prodotto (molte puntate passate vengono esplicitamente citate), e tranquillizza gli spettatori sul fatto che tutto ciò che hanno visto finora appartiene al medesimo universo narrativo. Ed ecco, ho usato il verbo “tranquillizzare” in un articolo su Black Mirror. Che tristezza.



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5 gennaio 2018 alle 18:20