Yomawari: Midnight Shadows - recensione
Che ci crediate o no, questo è un survival horror. Le immagini ingannano, vero? Sembrano quelle di un adventure qualunque o magari di un platform stiloso. Invece no, è il secondo capitolo di una serie nata su PS Vita e arrivata ora anche su PlayStation 4. È un gioco che spiazza fin dall'inizio, con un filmato introduttivo che definire dark è assolutamente riduttivo. Ovviamente non vi diremo cosa succede, vi basti sapere che i primi due minuti di Yomawari: Midnight Shadows non sfigurerebbero come video musicale dei Radiohead.
La storia e le atmosfere ricordano La Città Incantata, capolavoro di Hayao Miyazaki e il suo Studio Ghibli. Al termine delle vacanze estive due giovani fanciulle raggiungono la sommità di una montagna per seguire più da vicino gli spettacolari fuochi d'artificio di fine stagione. Sulla via del ritorno, quando gli echi e i colori dei giochi pirotecnici si sono spenti, qualcosa di strano accade. Le luci si spengono e strani rumori iniziano a provenire da cespugli ed alberi.
Una delle due ragazze (la più coraggiosa) decide di indagare e chiede all'altra di attenderla nascosta in un cespuglio. Non farà più ritorno e spetterà proprio alla fanciulla più timorosa capire cosa sia successo. Sulla strada del ritorno percepisce che "qualcosa" la scruta dal buio, pronta a balzarle addosso. Uno spirito appare improvvisamente di fronte a lei. Non c'è modo di fuggire, l'unica soluzione è nascondersi e attendere che passi.
