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The Escapists 2 – Recensione

Avete una tremenda passione per le evasioni? Pensate di essere tanto bravi da riuscire a sfuggire alle grinfie della legge elaborando piani di fuga complessi? Bene, non dovete far altro che mettere mano al nuovo capitolo di The Escapist. Team17 torna così alla ribalta presentandoci il suo secondo episodio della serie, migliorandosi ancora. Il gioco pare, infatti, una sorta di secondo step del primo titolo, pur presentandosi sotto vesti diverse da quelle che ce lo hanno fatto conoscere tre anni fa, andando di fatto ad allargare i nostri orizzonti con mappe più grandi, ma soprattutto vive.



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Nuovi vecchi amici



Come già accennato, le basi del gioco sono identiche a quelle del suo predecessore, cosa che risulterà sicuramente apprezzabile a chi ha già giocato e amato il primo capitolo. Ancora una volta dovremo evadere da diverse prigioni, vivendo la normale routine di un detenuto e sfruttando al massimo ogni possibilità messa a disposizione dal gioco. Per scappare dovremo interagire con gli altri prigionieri, ma anche con le guardie. Quindi, anche in questo secondo capitolo, occhio ai secondini, che scandiranno nella maniera più precisa possibile i tempi di gioco. Ai secondini si affiancheranno le telecamere di sorveglianza nelle celle comuni, i gate di controllo magnetico e sezioni impenetrabili senza le giuste chiavi. E' proprio durante questa routine che si dovranno portare a termine le quest secondarie per poter ottenere i materiali utili alla nostra evasione.



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Fra un boccone e un altro e qualche goccia di sudore ci toccherà ideare il nostro piano di fuga esattamente come il primo capitolo. Ed è proprio a questo punto che arrivano le prime novità del gioco con un sistema di crafting evidentemente migliorato; ora esiste una lista contente tutti gli elementi utili e i punti intelligenza necessari per poter realizzare e assemblare determinati oggetti grazie ai quali poter procedere alla fuga.



La difficoltà sembra essere rimasta invariata, cosa che può risultare parecchio noiosa a chi non ha dimestichezza con il gioco. Probabilmente è questa la vera pecca, ci saremmo aspettati, infatti, un grado di difficoltà via via più elevato, in modo tale da garantire una sorta di ambientamento ed evitare quello stato di frustrazione che può derivare dal non riuscire ad ottenere il massimo da piani congegnati per ore ed ore.



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30 gennaio 2018 alle 16:00

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