Surviving Mars - recensione
Il genere delle simulazioni urbane si è evoluto, come spesso accade, ibridandosi con altri generi. Dai titoli strategici ai roguelike passando per RPG ed RTS, i contributi sono decisamente molti, con il risultato che le simulazioni urbane 'pure' rimangono poche e limitate ai franchise noti (SimCity e Cities soprattutto). La storia tuttavia insegna che il concetto di 'puro' è labile e legato a un'astrazione tutta umana: la pretesa che esista una formula originaria inalterabile e che anch'essa non derivi da qualcos'altro. In effetti, però, trovare un precursore del primo SimCity a cui Will Wright si sia ispirato non è cosa semplice...
Sulla linea delle ibridazioni s'inserisce il nuovo titolo degli Haemimont Games (famosi per la serie 'Tropico'), Surviving Mars, una simulazione di colonia extraterrestre in cui si fondono gli elementi classici della costruzione e progettazione urbana con le peculiarità dell'ambiente marziano e dei relativi risvolti sociali. Surviving Mars infatti, è bene subito specificarlo, è un titolo che tiene al suo gameplay "city-building" almeno tanto quanto tiene alle dinamiche sociali che si vengono a creare tra i colonizzatori. In questo senso vuole essere una ricetta con tre quarti scarsi di Sim City e un quarto abbondante di The Sims, se volessimo metterla in maniera semplicistica (e in linguaggio cocktail).
Questa particolare ricetta si intravede sin dall'inizio, quando il gioco ci chiede quale agenzia spaziale vogliamo utilizzare (con relativo diverso budget), e su quale parte di Marte vogliamo stabilire la nostra colonia. Quest'ultima scelta detta il livello di difficoltà poiché zone diverse hanno differenti coefficienti di ricchezza di risorse e di frequenza di disastri. Oltre a questo, il gioco ci chiede quale mistero potremo scoprire su Marte e su questa domanda ritorneremo più avanti: per ora vi basti sapere che il nome non rivela alcunché e che la sorpresa è comunque sempre assicurata.
