Josef Fares spera che A Way Out porti a prendersi più rischi in ambito AAA - intervista
Anche se l'ispirato Unravel era importante perché sanciva la prima uscita targata EA Originals (l'iniziativa con cui il publisher finanzia e pubblica giochi indie), l'ultimo titolo pubblicato è forse il più significativo. A Way Out è il gioco di debutto di Hazelight Studios, software house svedese formata dal director Josef Fares e buona parte del team con cui ha lavorato sull'acclamato Brothers: A Tale of Two Sons.
Il gioco racconta la storia di due alleati riluttanti che pianificano la propria evasione dal carcere e cercano di evitare le autorità mentre ritornano dalle proprie famiglie. Alcuni dei molti aspetti inusuali di questa uscita sono il fatto che è giocabile esclusivamente in co-op (idealmente sulla stessa console ma l'online è anche un'opzione) e che per ogni copia venduta i giocatori sono in grado di regalare una copia gratuita a un amico, in modo da avere sempre qualcuno con cui condividere l'esperienza.
L'innovazione continua fino al design del gioco con l'azione che varia frequentemente da split-screen orizzontale o verticale a sezioni co-op nella stessa schermata, fino ad arrivare anche a un capitolo che fornisce ai giocatori una prospettiva a tutto schermo mentre l'azione (e il controllo) salta da un personaggio all'altro.
