Knack 2 – Recensione
Grazie alla comparsa nella Instant Game Collection, il primo Knack ha avuto recentemente modo di farsi riconsiderare per quello che è, un buon titolo a base di piattaforme e azione. Il titolo sviluppato da Japan Studio era stato infatti con troppa faciloneria accantonato a causa della pioggia di critiche ha sommerso la line-up iniziale di PlayStation 4. Critiche a volte gratuite e dettate dal piacere del conformismo. Consapevole forse di ciò, il team di sviluppo ci ha riprovato con Knack 2, imparando dai propri errori e confidando in un accoglimento un po' più equilibrato da parte di critica e pubblico.

Ritenta, sarai più fortunato
Il protagonista, ancora una volta, sarà il versatile Knack, la cui peculiarità è quella di essere formato da reperti antichi, che possono aumentare più o meno a discrezione del giocatore per rendere il nostro eroe un gigante dalla enorme forza o un minuscolo essere capace di intrufolarsi ovunque. Da un metro all'altezza di un palazzo, senza soluzione di continuità. A farci da spalla sarà Lucas, ragazzo che abbiamo già avuto modo di conoscere nel primo Knack e che non sembra avere fatto grandi passi avanti sotto il profilo della personalità, tanto da meritarsi appunto il ruolo di comprimario. Lucas è il figlio adottivo di Vargas, scienziato creatore di Knack, ed è nipote di Ryder, avventuriero alla Nathan Drake (ma di noi altri), due figure che in maniera stabile tentano di colmare il vuoto lasciato dai genitori di Lucas.
Fatta una breve cernita dei buoni, tocca ai cattivi. Questi ultimi sono certamente incarnati dalle figure dei goblin e dei robot che misteriosamente hanno assaltato la città di Newhaven; si tratta di due categorie molti differenti tra loro, ma che sono senza dubbio legate da qualche fattore. A rendere le cose ancora meno nitide ci sono anche i monaci (alleati o nemici?), tra cui spiccano le figure della giovane Ava, leader del monastero di Norcliff, Ava per cui il nostro Lucas sembra provare qualcosa, e del ben più enigmatico Xander. Queste sono tutte, o quasi, le figure che si muoveranno nel teatrino predisposto dagli sviluppatori, per una trama che si sviluppa con una certa piacevolezza, pur senza impressionare mai o stupire più del dovuto. Si tratta della classica storia senza eccessive pretese da film d'animazione di discreta, ma non eccellente, fattura.

Meritevole di più ampio spazio è invece il gameplay. Knack 2 ricorda, in qualche modo, i titoli LEGO, anche per via dell'incredibilmente intuitivo sistema drop in/drop out legato al gioco in cooperativa: basterà spegnere e accendere un DualShock 4, o poco più, per trovarsi catapultati in qualsiasi momento nel gioco, per quanto riguarda il secondo giocatore. Al di là di questo, l'esclusiva PlayStation 4 offre anche piattaforme, combattimenti ed enigmi da risolvere, tutte cose assai familiari ai fan dei giochi TT Games.
La declinazione è però piuttosto diversa. Tanto per cominciare, gli enigmi non si basano su mattoncini e costruzioni danesi da rompere e rimontare, e ci mancherebbe altro. In Knack 2 si parla piuttosto di interruttori da attivare, massi da spostare e così via. Brillante in termini di game design è spesso come gli sviluppatori siano stati capaci di… giocare con il fatto che il protagonista sia capace, come detto, di passare dall'altezza di un metro a quella di dieci in un batter d'occhio, con tratti di livello appositamente dedicati. I reperti di cui è formato Knack gli consentono anche di acquisire abilità speciali in base a quello a cui si uniscono. Si passa dal ghiaccio, grazie al quale Knack potrà congelare in certe posizioni elementi dello scenario che altrimenti continuerebbero a oscillare impedendoci il passaggio, al metallo, conduttore elettrico per antonomasia, con cui collegare più dispositivi bisognosi di energia. E ci sarebbe ancora molto altro, ma lasceremo a voi il piacere della scoperta.
