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Deiland – Recensione

Se la vostra passione per i videogiochi è legata alla ricerca di azione e adrenalina, a ritmi frenetici e a decisioni lampo, a una grafica portata ai massimi livelli e a trame intricate con filoni principali e decine di ramificazioni, forse dovreste tenervi alla larga da un gioco come Deiland. Pensandoci bene, però, un titolo del genere potrebbe piacere anche a voi, se non altro per la sua capacità di mostrare come dinamiche basilari e già sfruttate possano essere interpretate con risultati stupefacenti. In questo senso, e per altre caratteristiche che vedremo, Deiland rappresenta un gradito e necessario ritorno alla semplicità del videogiocare, scevro di tutti gli steroidi con cui le più grandi produzioni pompano i propri titoli per mascherare una sostanziale carenza di fantasia. Ma andiamo con ordine.



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Benvenuti su Deiland



Deiland ci immerge subito nel vivo senza perdersi in preamboli. Una brevissima animazione mostra l'arrivo del protagonista, Arco (un principe bambino inviato come altri in esplorazione nell'universo), sul piccolo pianeta che dà il nome al gioco. Un attimo dopo lo stiamo già controllando, muovendolo per il globo verdeggiante che può essere percorso da una parte all'altra in pochi secondi. Qualche albero, qualche pietra, una tenda, dei terreni arati, un laghetto, alcuni cespugli e una strana piattaforma: non c'è altro intorno a noi, soli e apparentemente sperduti in qualche remoto angolo dell'universo.



All'improvviso una navicella atterra su Deiland e una ragazza, Mun, ne esce per fare la nostra conoscenza. E' lei a darci la prima missione, insegnandoci a costruire un attrezzo. La costruzione richiede materiali, che può fornirci il nostro minuscolo pianeta, e la creazione avviene nei pressi della tenda in cui siamo insediati. Grazie agli attrezzi possiamo recuperare legna tagliando gli alberi e pietre spaccando le rocce. Queste ultime possono nascondere anche interessanti quanto utili minerali e cristalli.



La disponibilità di risorse e gli insegnamenti di Mun, sotto forma di ricette, ci permetteranno di costruire un pozzo per irrigare i campi e piantare nuovi alberi e un falò per illuminare e per ripristinare la nostra energia, ma anche di allargare la nostra tenda dotandola, ad esempio, di una cucina e un laboratorio. Nel frattempo avremo iniziato a coltivare, sia per nutrirci placando i morsi della fame, sia per realizzare oggetti e ricette indispensabili per le richieste dei nostri strambi amici. Proprio così: siamo tutt'altro che soli su Deiland, e lo scopriremo presto.



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Non siamo soli



Non passa giorno che il nostro pianeta non riceva la visita di qualche curioso forestiero. Saremo noi a decidere se e dove farli atterrare e una volta accolti i visitatori potremo parlare con loro per ricevere missioni aggiuntive, relative ricompense, informazioni e scambi commerciali. Ci sono il mago e lo chef interstellare, ma anche il pirata spaziale e altri personaggi che incroceranno la nostra strada e che lasciamo scoprire a voi.



Con il procedere del gioco, quella che apparentemente rischia di diventare una piatta routine – solo in apparenza, appunto, perché in realtà avremo a che fare di continuo con colture, costruzioni, ricette e imprevisti sempre diversi – si complica e si approfondisce grazie a misteriosi messaggi che riceviamo durante il sonno e a un allargamento dei confini del gioco che ci porterà temporaneamente lontano dal nostro Deiland. Il rischio spoiler impone di fermarsi qui, ma sappiate che proprio quando penserete di aver visto e provato tutto saranno introdotti risvolti a sorpresa.



Non ci sono solo presenze amichevoli intorno a noi. Fin dalle prime battute ci capiterà di essere attaccati da creature ostili, che dovremo affrontare con ascia o martello prima che raggiungano e distruggano le nostre coltivazioni. Niente di eclatante a livello di difficoltà né di meccaniche di combattimento, ma è comunque una variabile da aggiungere a tutte quelle che vanno tenute presenti per la corretta gestione del nostro microcosmo.



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Un'esperienza rilassante



Una gestione che è il cuore del gioco e che ci porta a elencarne i principali pregi. Deiland, inutile negarlo, ricorda infatti il classico sandbox con elementi survival, con un elenco di missioni da portare a termine producendo l'oggetto necessario, grazie a diverse risorse o loro combinazioni. I tre appezzamenti coltivabili richiedono un certo tempo per dare frutto, anche se l'irrigazione manuale o la pioggia possono accelerarlo radicalmente e rendere meno pesante l'attesa.



Quando raccogliamo verdure e cereali dobbiamo ricordarci di tenere da parte almeno un seme per poter coltivare di nuovo. Allo stesso modo, prima di disboscare dovremmo assicurarci di avere almeno un seme per generare nuovi alberi e non potremo pescare nel laghetto se ci saranno solo pesci piccoli. Solo le rocce si rigenerano in continuazione senza che dobbiamo preoccuparcene. Dovremo nutrirci, andare a dormire e potenziare campi e attrezzi per renderli più efficienti.



Elementi canonici e basilari che però non rendono Deiland un gioco senza valore. La ragione principale è che, come si diceva all'inizio, l'esperienza rinuncia alla frenesia a favore della tranquillità, in una predisposizione a suo modo zen. Non abbiamo scadenze pressanti per portare a termine le nostre missioni; se non riusciamo a dare allo chef i suoi pesci un giorno, sarà per il successivo, senza nessuna penalizzazione. Se dovessimo dimenticarci di conservare l'ultimo seme di una coltivazione o di un albero, potremo comprarne dai mercanti. Gli stessi combattimenti con i nemici sono all'acqua di rose, un fastidioso imprevisto più che una grave minaccia.



Così Deiland si configura come un titolo rilassante, un vero e proprio passatempo, che cattura e intriga senza effetti speciali e che, volenti o nolenti, ci trascina dentro al suo universo, come fossimo davvero sul piccolo pianeta a condurre la nostra tranquilla esistenza bucolico-interstellare. Proprio grazie a queste premesse la svolta che da metà gioco in avanti introduce i sogni misteriosi e l'approfondimento sulla nostra vera storia riesce a emergere e a incuriosire pur senza eccellere per originalità. E' un elemento aggiuntivo a un titolo che, già con le sue meccaniche di base, aveva raggiunto il proprio scopo.



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16 aprile 2018 alle 18:50

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