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The Witch and the Hundred Knight 2 – Recensione

Sono passati ormai cinque anni da quando The Witch and the Hundred Knight (TWHK da adesso per comodità) fece il suo esordio su PlayStation 3, senza lasciare molte tracce del suo contenuto qualitativo e quantitativo. Siamo adesso su PlayStation 4, in un'epoca in cui appena l'anno scorso un JRPG quale Persona 5 ha fatto jackpot e ha vinto molte nomine come gioco dell'anno. La fama di questo genere è indiscutibilmente in crescita, giustificata anche dalle numerose remastered già arrivate e quelle annunciate, così come quella degli open world.



Sull'onda di questo entusiasmo, Nippon Ichi prova a cogliere la palla al balzo e fare canestro con il proprio sequel di TWHK, totalmente scollegato rispetto alle avventure di Metallia del primo capitolo. Gli sviluppatori hanno sfruttato la loro occasione o hanno colpito il ferro? Scopriamolo insieme!



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Non aprite quell'occhio!



La nostra avventura si apre in un piccolo villaggio dove la protagonista Amalie e gli altri abitanti vanno alla ricerca della sorellina Milm, misteriosamente scomparsa. Ritrovata la piccola, si scoprirà ben presto che questa è affetta dalla temibile malattia delle streghe, dato che mostra un taglio verticale sulla fronte. Se l'occhio della strega si dovesse aprire, Milm si trasformerebbe in una pazza scriteriata assetata di sangue. Consci di tale rischio, gli abitanti si apprestano a uccidere la piccola, che viene tuttavia difesa dalla sorella maggiore, la quale offre agli abitanti una proposta: fuggire dal villaggio insieme alla sorellina senza farvi mai più ritorno, così da non causare problemi. Il capo del villaggio accetta la proposta e le due partono senza un'apparente meta, se non quella di curare la malattia.



Nel gioco esiste un'associazione chiamata WR che combatte le streghe e la malattia che ne deriva, composta da guerrieri, medici, strateghi e altri componenti utili alla causa. Amalie decide di unirsi a loro e di diventare una Holy Valkyrie, il rango più alto dell'associazione, in modo da poter scoprire come combattere le streghe.



Milm viene condotta in sala operatoria per eliminare l'occhio, ma qualcosa andrà storto e, da quel momento in poi, la nostra Amalie si troverà a nascondere sua sorella tramutata in strega (ma solo parzialmente) e a ricercare un modo per scacciare l'entità risvegliata, chiamata Chelka, dal corpo della sorella.



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Hundred Knight alla riscossa!



Il protagonista che ci troveremo a comandare per tutta l'avventura, tuttavia, sarà l'Hundred Knight, un piccolo pupazzo muto che prenderà parte alle battaglie e aiuterà Amalie a cercare la cura per la sorellina.



Per quanto riguarda il combat system, si tratta di un action RPG molto vario. L'attacco base sarà la mossa più utilizzata, ma potrete fare una combo di cinque colpi, ognuno dei quali caratterizzato da un'arma diversa. Potrete quindi creare infine combinazioni fondendo le sette tipologie di armi, ognuna delle quali con caratteristiche ed effetti aggiuntivi vari. Un po' più scarni sono le armature e gli accessori, i cui bonus non saranno neanche molto evidenti.



Ogni componente dell'equipaggiamento potrà essere potenziato tramite un rudimentale sistema di crafting utilizzando gli oggetti che otterrete con i drop casuali da nemici e bauli, una soluzione indispensabile ma fin troppo abbozzata.



Potrete poi cambiarvi dei vestiti (chiamati Facet) durante la battaglia, che vi permetteranno di modificare le statistiche del cavaliere e il suo set di abilità speciali.



Infine, la peculiarità più affascinante del titolo è la gestione delle risorse. Oltre ai soliti punti salute da mantenere sopra lo zero e i punti abilità, da utilizzare per le magie e le skill, ci saranno le GigaCalorie, una risorsa che si consuma nel tempo e in determinate situazioni (schivate, recupero vita, cura da status alterati e così via).



Potrete recuperare le calorie e gli AP con un'abilità chiamata Depletura a fine combo dando il colpo di grazia agli avversari, e il terzo occhio per aumentare tutte le vostre statistiche per un determinato periodo di tempo.



A danneggiare questo bellissimo combat system pesa molto la gestione degli ambienti e dei mostri. Vi ritroverete infatti a gironzolare per ambienti aperti ma lineari, affrontando orde di mostri in stile musou, che rendono tutto molto più caotico e anonimo.



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19 aprile 2018 alle 17:00

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