Injustice 2: Legendary Edition - recensione
Dopo aver stravinto il primo round, con una prestazione convincente, figlia di un roster trasbordare, di un gameplay affinato sin nei minimi dettagli e di una longevità garantita da un nutrito numero di modalità differenti, Injustice 2 torna a concederci il bis, con una Legendary Edition pronta a far capitolare gli ultimi indecisi e a risucchiare nel vortice anche coloro che un anno fa, per un motivo o l'altro, non colsero al volo l'offerta di NetherRealm Studios.
Partiamo, dunque, dalle certezze, da quello che non è affatto cambiato e che, a distanza di tempo, si riconferma attualissimo e funzionale. Il sistema di combattimento, parzialmente ereditato da Mortal Kombat X, caratterizzato da tempi di gestione delle mosse relativamente prolungati, dalla dose massiccia di juggling e dall'interazione con lo scenario, si dimostra ancora oggi malleabile, profondo, perfettamente in grado di stuzzicare i videogiocatori dalle spiccate doti tattiche.
Il ritmo vagamente più blando, rispetto a concorrenti del calibro di Street Fighter V, ha il duplice vantaggio di non scoraggiare i neofiti, che persino nelle fasi più concitate avranno comunque modo di avere chiara la situazione, permettendo agli smaliziati, al contempo, di architettare controffensive e strategie per mettere alle corde l'avversario.
