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Laser League - recensione

Laser League è l'unica competizione che vale la pena seguire nel 2150 immaginato e raffigurato da Roll7, piccolo ma volenteroso team inglese che si è giustamente guadagnato notorietà con il bellissimo OlliOlli e relativo seguito. Un po' come nel mondo virtuale di Tron, a cui il gioco sembra aver preso in prestito più di un tratto dell'art design, lo sport del futuro, a quanto pare, recupererà la caratteristica saliente di discipline largamente abbandonate da tempo, quantomeno nella loro forma originale, come il calcio fiorentino o il gioco della palla degli Aztechi: un certo grado di violenza intrinseca.



Sì, perché in questo avveniristico campionato non ci si limita a battere l'avversario, lo si distrugge fisicamente, lanciandogli addosso veri e propri muri di un determinato colore, capaci di polverizzarlo all'istante. Non c'è sangue, beninteso, né il riversamento sul campo di battaglia di budella e viscere. La creatura di Roll7 non vuole proporre spettacoli adatti solo ad un pubblico maturo, tanto più che, come vedremo a breve, i giocatori eliminati possono essere opportunamente richiamati nell'arena.



In Laser League si affrontano team di due, massimo tre partecipanti alla volta, con l'unico scopo di restare la sola squadra presente nell'arena di turno. Per escludere gli avversari dalla partita si devono attivare dei nodi che generano fasci di laser che assumeranno il colore della squadra d'appartenenza.

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23 maggio 2018 alle 11:10