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Moonlighter - Recensione

Cosa facciamo quando in un RPG ci servono degli strumenti oppure degli oggetti? Spesso e volentieri, nei vari giochi, c'è sempre un mercante pronto a venderci tutto quello di cui abbiamo bisogno; ma i suddetti mercanti, tutti quegli oggetti, dove li prendono? È proprio a questa domanda che i ragazzi di Digital Sun, sotto gli 11 Bit Studios, hanno provato a dare una risposta, con Moonlighter, uscito il 29 maggio su PS4, Xbox One, Nintendo Switch e PC.



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La storia del gioco è molto esigua, come accade spesso in giochi di questo tipo: interpreteremo Will, un mercante del villaggio di Rynoka che da tempo sogna di diventare un avventuriero e riuscire a sbloccare la porta dell'ultimo dei 5 misteriosi dungeon vicini al villaggio. Vista la loro pericolosità, questi dungeon sono stati sigillati, e Rynoka, dopo la scomparsa del suo mercante più in gamba, ovvero il padre di Will, sta lentamente morendo. Dopo l'ennesima sconfitta all'interno del primo dungeon, Will decide di cambiare vita, e di provare ad essere sia un eroe che un negoziante.



La trama si sviluppa - anche se sporadicamente - in maniera molto lineare durante il gioco, permettendoci quindi di concentrarci di più sul gameplay.



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Il gioco, principalmente, si divide in due fasi: l'esplorazione dei dungeon e la gestione del negozio.



Esplorare i dungeon è fondamentale, perché oltre a sbloccare i successivi ci darà la possibilità di combattere contro i mostri per ottenere preziosi drop, che potremo successivamente vendere all'interno del nostro negozio o usare per craftare oggetti. Visivamente i dungeon ricordano molto da vicino The Binding Of Isaac: ogni dungeon è strutturato su più livelli, precisamente 4, in cui i primi 3 saranno composti da stanze generate casualmente e di difficoltà crescente, mentre l'ultimo livello conterrà il boss del dungeon.



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Il nostro inventario ci permetterà di equipaggiare due armi per volta, che potremo usare switchandole a nostro piacimento. Nonostante il gioco ci proponga diverse tipologie di armi - spada e scudo, spada lunga, lancia, guantoni e arco e frecce, un po' à la Monster Hunter - c'è da dire che il sistema di combattimento non è molto profondo; avremo infatti, con ogni arma, solo due tipi di attacco, ovvero un colpo normale e uno speciale, che cambia a seconda del tipo di arma che stiamo usando. A nostra disposizione avremo anche la possibilità di effettuare una schivata, diventando per un brevissimo lasso di tempo invincibili.



Nonostante la semplicità del sistema di combattimento, esplorare i dungeon è comunque divertente e appagante, grazie anche alla difficoltà sempre ben bilanciata e con una curva di apprendimento ben regolata.



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La gestione del Moonlighter, d'altro canto, richiede molta più attenzione di quanto si potrebbe immaginare; non basterà semplicemente mettere in vendita un oggetto, ma dovremo capire quanto farlo pagare, osservare la reazione dei compratori, capire la domanda per moderare l'offerta, e addirittura stare attenti ai ladri che di tanto in tanto faranno visita al nostro negozio. Insomma, anche per quanto riguarda la parte gestionale, una base semplice ma al tempo stesso appagante e divertente.



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Ultimo elemento di gameplay, ma non meno importante, è proprio il villaggio di Rynoka, che dovremo riportare ai vecchi fasti. Oltre a riaprire il nostro negozio, infatti, dovremo anche finanziare nuove strutture, che aumenteranno la popolazione nel villaggio - e quindi anche il numero possibile di consumatori - e ci daranno diversi vantaggi; potremo, per esempio, far aprire una fucina, dove potremo forgiare armi più potenti o armature, oppure potremo finanziare un bazaar, che ci fornirà pozioni e che ci darà la possibilità di incantare il nostro equipaggiamento per potenziarlo. Con i soldi del gioco potremo anche potenziare lo stesso Moonlighter, aumentando il numero di oggetti che potremo esporre e di conseguenza i nostri guadagni.



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I lati negativi di questo gioco, purtroppo, sono gli stessi del genere di cui fa parte e si possono riassumere in una parola: ripetitività.



Per portare a termine il gioco, come detto prima, dovremo affrontare 5 dungeon, ma le azioni che compiremo sono sempre le stesse, anche se la difficoltà crescerà; alla larga quindi chi odia il grinding, perché il gioco ne richiederà parecchio.



Nonostante questa ripetitività, però, il gioco - almeno per le prime 15 ore, che sono anche il numero di ore medie necessarie a finirlo - riesce a essere molto divertente, e per questo va fatto un plauso agli sviluppatori, che hanno saputo riempire il gioco di meccaniche che si scopriranno pian piano durante tutto il corso dell'avventura, dando sempre un sentore di nuovo: per esempio, gli oggetti che troverete nei dungeon avranno spesso delle maledizioni, che vi costringeranno a posizionare in una maniera specifica quel determinato oggetto o che avranno altri effetti; la popolazione del villaggio, dopo un certo livello raggiunto dal Moonlighter, inizierà a chiedere degli oggetti specifici, quindi avremo anche delle quest da completare; insomma, un gioco che si snocciola pian piano, che può dare tanto se avrete voglia di scoprirlo.



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Prima di concludere, dei grandissimi complimenti vanno fatti al reparto artistico, soprattutto a quello musicale; i temi, nonostante non siano moltissimi, sono stati resi dinamici grazie alle variazioni che avranno quando passeremo a un livello successivo del dungeon o quando parleremo con un particolare negoziante del villaggio. Potete dare un assaggio alla soundtrack qui sotto.



Tirando le somme, Moonlighter è un gioco che ibrida meccaniche di diverse tipologie di gioco in maniera ottima, risultando divertente, appagante e in certi casi assuefacente, grazie anche a un reparto artistico di qualità non comune per giochi di questo tipo. Consigliato sicuramente ai fan dei roguelike, ma anche a chi non mastica di questi giochi, tenendo a mente che si dovrà spesso fare del sano grinding e che alla lunga potrebbe stancare.



La recensione è stata effettuata per la versione Steam del gioco, con una chiave gentilmente concessa dagli sviluppatori.

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6 giugno 2018 alle 14:31